- 27 Giugno 2023
- Posted by: Mario Allegra
- Categoria: Articoli e Interviste, In Evidenza, Rassegna Stampa
PLUS24 – USCITA DEL 24 GIUGNO
La redazione di Plus24, inserto del sabato del noto quotidiano Il Sole 24 Ore, ha analizzato con il supporto di ALFA SCF le relazioni tra inflazione e rendimenti dei titoli di Stato ad essa correlati nell’articolo: “Titoli di Stato. Il BTp Italia sconta un effetto disallineamento rispetto all’inflazione annua” a firma di Andrea Gennai.
Riportiamo le parole di Mario Allegra, Responsabile Investimenti ALFA:
Quando si parla di inflazione e soprattutto della sua variazione percentuale si fa riferimento di solito alla crescita di un indice su un paniere di beni e servizi rispetto a 12 mesi fa. L’investitore che compra un BTp Italia ha una buona copertura dall’inflazione nel periodo di vita del bond che è tanto più efficace quanto più lungo è il periodo di investimento. Non bisogna dimenticare infatti degli aspetti tecnici che possono influenzare l’efficacia della copertura in particolare nel breve termine. […]
Il BTp Italia si indicizza all’inflazione Foi ex tabacco su un periodo di 6 mesi dopodiché si “resetta” e ricomincia da capo. «La crescita dell’indice Foi ex tabacco – spiega Mario Allegra, responsabile investimenti Alfa Scf – è stata del +7,3% sui 12 mesi ma solo del +0,59% negli ultimi 6.
Questo significa che la crescita dell’inflazione nell’ultimo anno è dovuta solo all’incremento dei prezzi dei primi 6 mesi. Prendendo il BTp Italia che ha data di pagamento il prossimo 28 giugno (IT0005497000 cedola 1,6% reale annua), la sua rivalutazione del capitale nei 6 mesi (dicembre-giugno) sarà dell’1,403% (14,03 euro per 1.000 di nominale), apparentemente bassa se la si confronta con la crescita dell’inflazione su base 12 mesi, mentre la cedola sul capitale rivalutato è di 8,11 euro». Complessivamente si tratta di un 2,2% semestrale che potrebbe stonare rispetto a un’inflazione annua che sta sopra al 7 per cento anno. «Tuttavia – aggiunge Allegra – se si considera anche il semestre precedente, va tenuto in considerazione che a dicembre dello scorso anno ha pagato una rivalutazione del capitale del 6,38% (63,8 euro per 1000 di nominale) e cedola di 8,51 euro. La rivalutazione cumulata nelle due date di pagamento è quindi allineata ai dati di inflazione su base 12 mesi».
Si trattano inoltre aspetti di natura tecnica:
[…] Per consentire la liquidità giornaliera del BTp Italia bisogna rendere giornaliero anche il coefficiente di indicizzazione all’inflazione a fronte di un dato sull’inflazione mensile che viene pubblicato nel mese successivo. Il numero indice alla data di pagamento della cedola è quindi calcolato a partire dagli indici Istat Foi ex tabacchi relativi a tre mesi e due mesi precedenti il mese per cui si effettua il calcolo. «Il coefficiente di indicizzazione – aggiunge Allegra – è quindi una “stima” che proietta gli ultimi due dati dell’inflazione disponibili al mese corrente di pagamento della cedola.
Quando si compra un BTp Italia è sempre meglio comprarlo con un coefficiente più vicino possibile al valore di 1, perché altrimenti si rischia di pagare un rateo di inflazione che poi potrebbe non essere maturato effettivamente alla successiva data di pagamento della cedola, non garantendo quindi copertura dall’inflazione in quel semestre». Questo scenario è ovviamente possibile solo se le letture future dell’indice dovessero essere inferiori.
«Infine – conclude Allegra – bisogna fare un’altra considerazione, che investendo in un BTp Italia, non è detto che nel periodo di vita del bond questo sia sempre in grado di battere l’inflazione, perché ricordiamo che è sempre un’obbligazione e quindi ha dei rischi ulteriori (tassi, etc) che possono fare calare i prezzi (vedi grafico) indipendentemente dall’andamento dell’indice Foi».
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