15 anni dopo Lehman su Plus24

PLUS24 – USCITA DEL 16 SETTEMBRE

La redazione di Plus24, inserto del sabato del noto quotidiano Il Sole 24 Ore, ha riportato alcune considerazioni a 15 dal crack di Lehman Brothers nel settembre 2008, con il supporto di ALFA SCF e Mario Allegra nell’articolo: Lehman Brothers, i rischi finanziari a 15 anni dal crack” a firma di Marzia Redaelli.

[…] Dal 2008 a oggi i motivi che hanno scatenato le turbolenze sono stati diversi, ma si può individuare una matrice comune, che dovrebbe essere tenuta in più seria considerazione dagli investitori: un ambiente di bassi tassi di interesse e alta leva finanziaria (indebitamento).

Lo evidenzia Mario Allegra, direttore investimenti di Alfa Scf: «La memoria di ciò che è accaduto in passato è corta e il mercato può essere irrazionale più a lungo di quanto gli investitori a leva possono essere solventi. Dubito che qualcuno dopo la crisi del 2008 avesse ipotizzato tassi negativi o il fallimento degli Stati. Il problema dei tassi emerge, però, solo quando risalgono e più a lungo restano bassi peggio è, come abbiamo visto negli ultimi mesi con le crisi in Inghilterra dei fondi pensione, il caso Eurovita in Italia, Credit Suisse e le banche americane a marzo». Allegra precisa che le banche centrali adesso sono più pronte a limitare i danni, ma che molti attivi sensibili ai tassi di interesse non sono visibili nei bilanci delle banche perché nascosti in fondi chiusi o gestioni illiquide.

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«Per un investitore la notizia positiva [NdR: in relazione al rialzo dei tassi] – aggiunge Allegra – è che finalmente dopo anni di tassi bassi ci sono rendimenti interessanti anche nelle obbligazioni più sicure e in quelle a breve termine. La liquidità può essere nuovamente impiegata e i rendimenti negativi visti negli anni passati al momento sono un lontano ricordo. Lo scenario attuale consente quindi di fare una buona pianificazione finanziaria. Il debito governativo è sicuramente meno soggetto a sorprese negative e a fattori di tipo micro, mentre reagisce lentamente a fattori di tipo macro. Ci sono poi le banche centrali a supporto di eventuali Stati in difficoltà. Diverso è il caso delle obbligazioni corporate, dove bisogna essere maggiormente selettivi nonostante i rendimenti attraenti. Sicuramente sono da evitare le aziende che hanno tanto debito, perché a questi livelli il rifinanziamento può diventare problematico. Il settore bancario non presenta criticità apparenti al momento, ma forse è quello da cui possono emergere potenziali sorprese negative, come la tassa sui profitti».

Il fattore da monitorare con attenzione è l’inflazione, che spinge i tassi di interesse e i rendimenti.

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Leggi qui l’articolo completo.

Mario Allegra
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