- 20 Giugno 2017
- Posted by: Mario Allegra
- Categoria: Articoli e Interviste
L’articolo, scritto da Mario Alessandro Allegra, è stato pubblicato sul sito ITForumNews dedicato a Investimenti e Strumenti Finanziari. Si tratta il tema dell’investimento obbligazionario in lira turca, con un occhio di riguardo a rendimenti e svalutazione della moneta locale (TRY) rispetto all’Euro.
Ecco alcuni estratti:
“La volatilità dei cambi può essere molto elevata e poco prevedibile, anche se in certi casi alcuni trend possono essere individuati e sfruttati per lunghi periodi di tempo. Il timing di ingresso in una valuta è quindi importante per poter beneficiare degli elevati rendimenti, evitando forti svalutazioni della divisa in cui si è investiti; più alto è il rendimento offerto dalla valuta e maggiore è la capacità di assorbire perdite dal cambio e quindi minore importanza ha la scelta del momento in cui investire. Analizziamo il caso della lira turca.”
“Prendiamo una obbligazione in TRY emessa dalla BEI con scadenza 5 anni […] che ha un rendimento a scadenza del 10% annuo, molto attraente. Che rischi corriamo? Il rischio credito è molto basso perché la BEI è AAA, il rischio tassi lo annulliamo se la portiamo a scadenza (e già rende il 10%), il rischio reinvestimento cedole è nullo perché è un bond zero coupon: l’unica perdita consistente che possiamo subire è sul cambio EURTRY, andiamo a quantificare questo rischio. Dal grafico sottostante si vede chiaramente che negli ultimi 15 anni la valuta turca si è svalutata contro euro con una certa costanza nel periodo. In particolare la perdita media annuale su un qualunque intervallo di 5 anni da inizio 2002 a oggi è stata del 5,2%.”
“Sempre analizzando la perdita media annuale su tutti i quinquenni degli ultimi 15 anni (rolling), riportiamo che la perdita massima sul cambio in 5 anni è stata del 11,2% annuo (da marzo 2002 a marzo 2007) e la distribuzione delle perdite nell’intero periodo è riportata di seguito […] Interessante inoltre notare che la probabilità di entrare e avere 5 anni senza svalutazione è stata negli ultimi 15 anni piuttosto bassa (1,2%) […] Ricordiamo ancora una volta che ciascun investitore dovrà soppesare l’opportunità di esporsi a questo investimento ad alta volatilità in base alla propria tolleranza al rischio e al suo orizzonte temporale, e sempre all’interno di una adeguata diversificazione di portafoglio.”
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