- 12 Marzo 2023
- Posted by: Mario Allegra
- Categoria: Rassegna Stampa
PLUS24 – USCITA DEL 11 MARZO
Si torna a parlare di BTP Italia e inflazione dopo il collocamento della precedente settimana del titolo a 5 anni, cedola 2% e indicizzazione all’inflazione italiana.
Riportiamo le parole di Mario Allegra, Responsabile Investimenti ALFA, interpellato in merito da Andrea Gennai per Plus24 de Il Sole 24 Ore in questo articolo
[…] «Chi non fosse riuscito a comprare il BTp Italia – spiega Mario Allegra, responsabile investimenti Alfa Scf – non si disperi, ci sono alternative altrettanto valide disponibili sul secondario. L’unica cosa che oggettivamente si perde è il premio fedeltà, ma essendo questo differito alla scadenza, non è del tutto automatico che se ne possa beneficiare perché, considerando il continuo evolversi dei tassi e delle condizioni di mercato, si potrebbe vendere il titolo durante la sua vita senza portarlo fino al rimborso finale».
[…]«Volendo scegliere un’altra emissione – continua Allegra – occorre come sempre prima di tutto scegliere in modo coerente con il proprio profilo di rischio e i propri obiettivi. In termini assoluti il rendimento a scadenza maggiore tra i BTp Italia attualmente quotati è sul titolo emesso lo scorso novembre con cedola reale del 1,6% e scadenza nel 2028, che rende poco sopra il 2,2% reale. Volendosi accontentare di un rendimento leggermente inferiore al 2%, si potrebbe acquistare il BTp Italia in scadenza a ottobre 2027 che sicuramente è più efficiente per chi ha minusvalenze pregresse visto che quota più basso di tutti e molto sotto la pari intorno a 94,10. Un’altra alternativa possibile da acquistare è il BTp Italia più lungo disponibile sul mercato, ovvero quello in scadenza a giugno 2030, qui il prezzo è sempre sotto 100 in area 96,5 e il rendimento è di poco superiore al 2 per cento».
[…]«Provando – conclude Allegra – a fare un confronto tra tassi variabili, ovvero tra BTp Italia e CcT (vedi altro articolo in pagina), nuovamente la convenienza è sempre nei titoli legati all’inflazione. Al momento i tassi nell’area euro sono nettamente inferiori all’inflazione e questo divario pesa sui rendimenti potenziali dei due titoli
PLUS24 – USCITA DEL 4 MARZO
Collocamento attivo tra il 6 e l’8 marzo per il BTP Italia a 5 anni con cedola minima 2% e indicizzazione all’inflazione italiana.
Riportiamo le parole di Mario Allegra, Responsabile Investimenti ALFA, interpellato in merito da Andrea Gennai per Plus24 de Il Sole 24 Ore.
La break even inflation, ovvero il livello di inflazione medio che rende il BTp Italia più competitivo [del BTp a tasso fisso con scadenza simile], è di poco inferiore al 2%. Oggi l’indice dei prezzi sta poco sotto al 10 per cento. “E’ ipotizzabile – spiega Mario Allegra – preferire l’investimento in un BTp Italia piuttosto che in un BTp classico, vista la crescita dell’inflazione negli ultimi 12 mesi. Ritornare al target di inflazione del 2% medio voluto dalle banche centrali impiegherà ancora diversi mesi se non anni e in questo periodo un BTp Italia pagherebbe di più rispetto a un BTp classico”.
Come comportarsi per chi ha comprato recentemente titoli indicizzati all’inflazione? Conviene aderire alla nuova offerta? Oggi sono quotati sul secondario 10 BTp Italia. “Per chi avesse comprato BTp sul secondario – aggiunge allegra – comprare questo nuovo in collocamento garantirebbe un rendimento aggiuntivo dato dal premio fedeltà in caso lo si porti fino a scadenza. Stimare altri tipi di convenienza dipende dai casi specifici su cui domina tra tutti l’obiettivo dell’investitore che ha determinato la scadenza scelta, poi altri elementi minori come ad esempio il prezzo medio di carico la presenza di eventuali minusvalenze pregresse e commissioni di negoziazione. Diversa appare la prospettiva per chi ha già acquistato titoli in passato durante le fasi di collocamento. Per un investitore – aggiunge allegra – che avesse comprato i BTp Italia sul primario emessi nel corso del 2022, ovvero quelli con cedola reale del 1,6% in scadenza a fine 2028 e metà 2030, in generale non conviene fare la sostituzione. Questo perché il rendimento attuale è allineato e significherebbe vendere in perdita. E’ chiaro che la convenienza relativa tra titoli indicizzati è solo sul rendimento a scadenza e quindi sulla duration ma parliamo di titoli con scadenze concentrate in un periodo di tempo piuttosto limitato tra il 2028 e il 2030.
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