Le 5 domande a cui rispondere se sei trentenne e vuoi pianificare un futuro sereno

LE 5 DOMANDE A CUI RISPONDERE SE SEI TRENTENNE E VUOI PIANIFICARE UN FUTURO SERENO.

Articolo a cura di Luca Lupotto, consulente patrimoniale.

Questo articolo nasce come conseguenza del precedente “Le 5 domande a cui rispondere se hai 50-60 anni e vuoi pianificare un futuro sereno”, proposto da ALFA SCF per supportare le persone che si avvicinano alla pensione, che dispongono già di un certo patrimonio, a dare il giusto peso alla pianificazione finanziaria, per poter mettere il patrimonio al servizio delle proprie esigenze e possibilmente “vivere di rendita” o comunque permettersi di dare più spazio alle proprie passioni e aspirazioni, dopo aver lavorato per alcuni decenni. (per approfondire, vai al progetto Vivere di Rendita)

Leggendo quell’articolo, con i miei occhi da trentacinquenne, mi sono reso conto che la prospettiva dei nati negli anni ’40, ’50, ’60 (tra loro comunque diversi per età, studi, cultura), è decisamente lontana da quella delle generazioni successive, in particolare dei nati negli anni ’80 – i cosiddetti millenials – nonostante questi siano ormai ampiamente parte della “popolazione attiva”.

Come può quindi un trentenne italiano “pianificare un futuro sereno”? A mio parere questo esercizio risulta più complesso sia rispetto a un sessantenne sia rispetto al trentenne di 30 anni fa. Citando Yuval Noah Harari, (qui un estratto del suo nuovo libro) da qui al 2050 “il cambiamento in sé è l’unica certezza” e ciò rende automaticamente più difficile strutturare una pianificazione di lungo termine che richiede di proiettare nel tempo redditi e spese con dinamiche costanti.

Trovi quindi di seguito le domande del 50-60enne del precedente articolo, barrate e modificate adattandole in modo volutamente provocatorio al trentenne. Nota bene: quando parlo con il “tu”, mi riferisco all’individuo ma soprattutto in modo esteso all’intero nucleo familiare del trentenne – quando presente – comprensivo di compagna/o, figli e dell’aggregato di patrimoni e flussi prodotti dai singoli componenti.

 

1.   COSA VOGLIO FARE DAVVERO?     STO FACENDO COSA VOGLIO FARE DAVVERO?

Il primo punto su cui ruota la pianificazione del 50-60enne è la pensione. Chiariamolo subito: per chi la vede a pochi anni di distanza ed ha lavorato decenni con quell’obiettivo, è giusto che rappresenti un punto di arrivo e un giro di boa importante. Ma per te quale sarà l’età pensionabile? Esisterà ancora l’INPS? E l’Italia? Nel 2060 il manifesto elettorale potrebbe benissimo proporre quota 130 e pensioni d’oro sopra i 1.500€. Il mio consiglio per un futuro sereno, prima della pianificazione, è di cercare di vivere adesso in equilibrio con la tua situazione lavorativa/patrimoniale/familiare e con le tue aspirazioni, curando e sviluppando il prima possibile i tuoi talenti da sfruttare nell’evoluzione del mondo lavorativo.

 

2.  COSA HO OGGI?    HO UNA VISIONE CHIARA DEL MIO FINANCIAL LIFE-CYCLE?

Nella premessa ho anticipato la maggiore complessità nella pianificazione finanziaria rispetto al passato. Mi spiego, i sistemi di pianificazione finanziaria si basano su calcoli finanziari, ma con meccanismi piuttosto semplici, seguendo lo stereotipo del ciclo vita di un individuo: fase di accumulo, con retribuzione che supera le spese e quindi genera risparmio – che può essere investito – e, dopo la pensione, fase di decumulo del patrimonio per integrare il reddito (vedi immagine).

Per connotare meglio gli specifici investimenti, con il metodo del goal-based investing si possono definire obiettivi intermedi, che rendono più realistico, tangibile, significativo e meno teorico il semplice accumulo di ricchezza. Riesci a immaginare la tua ipotetica curva di life-cycle? Prova a disegnarla*; le domande successive ti aiuteranno in questo. Io non credo che sarà lineare quanto quella nell’immagine. Per questo motivo, prima di decidere come investire i primi risparmi o un lascito del nonno è bene capire se quei soldi possano essere destinati a obiettivi futuri e adeguatamente investiti o debbano restare disponibili per necessità: inutile ad esempio impostare un PAC azionario con un orizzonte temporale di 5 anni o più e non avere una copertura di liquidità per un anno in caso di problemi occupazionali.

*nota tecnica: sia nell’immagine che nell’intero articolo è fondamentale avere chiara la differenza tra lo stock di ricchezza (lo stato patrimoniale, il valore di ciò che ho in un determinato momento) e flussi di ricchezza in un certo periodo (positivi come stipendio, pensione, redditi da locazione, dividendi azionari o negativi come spese alimentari, rate del mutuo, premi assicurativi…).

 

3.   QUANTO INCASSO OGNI ANNO?  QUALI SONO I MIEI GENERATORI DI REDDITO?

Appurato che il grosso della ricchezza privata è detenuta da ultrasessantenni, che basano su questo patrimonio – sia mobiliare che immobiliare – la generazione di reddito futuro, per te probabilmente la situazione è diversa: puoi comunque preparare una tabella con il patrimonio su cui puoi contare oggi, utile per avere un inventario chiaro dei tuoi beni e dei tuoi investimenti, facendo distinzione tra quanto è liquidabile facilmente, quanto lo è meno e quanto è già accantonato per il futuro.

Ricorda però che quasi sicuramente il principale generatore di flussi positivi per i prossimi decenni non saranno tali beni bensì il tuo lavoro: il capitale umano tuo e dei membri della tua famiglia è quindi un fattore determinante.

Ecco qualche domanda aggiuntiva che puoi porti per prendere coscienza di questo aspetto: oggi dispongo di un reddito stabile? Ho qualche tipo di garanzia sulla continuità del mio reddito? Lo ritengo soddisfacente? Come lo vedo in prospettiva? Il lavoro mi piace? Potrebbe diventare obsoleto in futuro? Ho le competenze per ricollocarmi facilmente o la determinazione per reinventarmi? Sono pronto a far fronte ad un periodo di interruzione lavorativa? Se diventassi per qualche motivo inabile al lavoro, ho una protezione? Ho in mente un “piano B”?

 

4.  QUANTO SPENDO OGNI ANNO?  HO UN CONTROLLO DELLE MIE SPESE ANNUE?

Reddito e spese sono due facce della stessa medaglia. Puoi incidere sulla creazione di ricchezza generando risparmio, sia con un incremento del reddito sia con una limitazione delle spese. Considera che gran parte della ricchezza privata italiana non si è generata con investimenti alla Warren Buffett ma con spirito d’impresa, tanto lavoro e poche spese necessarie. Il mio consiglio qui è tenere traccia seriamente, magari su un foglio Excel ben impostato (con tante voci e almeno una colonna al mese), di tutte spese della tua famiglia, per poter poi trarre conclusioni puntuali. Essere indipendenti finanziariamente dà grande soddisfazione, ma non sempre avere il conto sopra 0 ogni mese significa esserlo o avere uno stile di vita sostenibile: verifica se eventuali spese sono coperte da altri tuoi familiari o da “regali” una tantum, e rifletti su quale impatto abbiano finanziariamente e psicologicamente. In caso di famiglie, questo lavoro portato avanti in coppia ha una rilevanza ancora maggiore.

 

5.  CI SONO DEI FLUSSI STRAORDINARI IMPORTANTI DA CONSIDERARE?  CON CHI CONDIVIDO LE SCELTE PATRIMONIALI?

Le due domande precedenti si riferiscono a flussi ricorrenti anno dopo anno, e la loro importanza risiede nella persistenza nel tempo e nel compounding effect cioè l’interesse composto degli investimenti. Altri flussi rilevanti riguardano invece movimenti di ricchezza una tantum, che per un trentenne possono coinvolgere passaggi intergenerazionalinuove attività o progetti, acquisto di immobili.  Hai avuto modo di trattare con i tuoi genitori le tematiche di pianificazione successoria? Quando in ALFA SCF mi trovo a che fare con capifamiglia dotati di un patrimonio rilevante che vogliono orientarsi in materia, suggerisco loro di condividere progetti e aspettative con figli e altre parti interessate: alo stesso modo è possibile rompere un tabù e stimolare la conversazione sul tema da parte dei potenziali eredi. In breve, che senso ha che la parte principale di un patrimonio familiare (spesso composto da immobili plurintestati) passi da un novantenne a un sessantenne in vista della pensione? quello stesso patrimonio potrebbe servire a donare maggiore stabilità e sicurezza a progetti di vita ancora in fase iniziale, per una volta sfruttando l’attuale tassazione italiana che su donazioni e successioni è decisamente allettante rispetto al resto d’Europa. Serve però un dialogo aperto e spirito di condivisione per queste grandi scelte patrimoniali familiari.

Un altro esempio, se vogliamo banale: per Natale un bell’assegno regalo. Se viene deciso a priori il suo importo, da ambo le parti questa entrata/uscita può essere inserita nella pianificazione familiare in modo strutturato, più consapevole e – superato il tema culturale – con soddisfazione.

Se invece non ci sono patrimoni di famiglia alle spalle o ti sei costruito una indipendenza finanziaria solida, puoi mettere in pista progetti in linea con i tuoi obiettivi, scegliendo investimenti mirati. Condividi i tuoi pensieri e confrontati con chi è più esperto nel campo specifico e con chi ti può dare un suggerimento super partes. Attenzione ai costi, all’orizzonte temporale nel tuo caso specifico, e non farti attrarre da facili guadagni in poco tempo: nascondono certamente alti rischi.

 

La domanda conclusiva, nell’articolo dedicato ai 50-60enni, era la seguente:

COME FACCIO A CAPIRE COME SI EVOLVERA’ IL MIO PATRIMONIO?

In questo caso lascio la domanda invariata, ma la risposta cambia: se credi di aver intrapreso uno stile di vita con flussi in entrata e in uscita già ben definiti e determinabili nel tempo, puoi farti supportare da un consulente esperto nell’analisi degli scenari futuri e visualizzare l’evoluzione del patrimonio sulla base di determinate ipotesi. Visita il sito Vivere di Rendita per farti un’idea più chiara. Altrimenti, concentra prima l’attenzione su un altro aspetto: prova a mettere per scritto i punti fermi del tuo “Life Planning”, in parte trattati con le domande precedenti, sottoponendo la tua situazione personale e familiare alla specifica luce della tua sensibilità sul tema.

In conclusione, torno a quanto scritto all’inizio: la serenità futura parte dal vivere pienamente l’oggi e prepararsi a vivere con serenità un perenne cambiamento. Da un punto di vista patrimoniale, ogni bene e investimento può costituire un supporto e un flusso reddituale aggiuntivo, ma anche una perdita di valore o sentimenti di paura nel perderlo.  Avere un quadro complessivo chiaro del proprio patrimonio attuale, grande o piccolo che sia, e dei flussi che incidono sul suo incremento/decremento, permette di fare scelte maggiormente consapevoli e di gettare le basi per una crescita personale e patrimoniale.

Luca Lupotto