- 13 Giugno 2023
- Posted by: Luca Lupotto
- Categoria: Articoli e Interviste, In Evidenza
Introduzione a whisky e pleasure assets
Nell’ambito dei investimenti rifugio ed alternativi, c’è una categoria che viene definita “pleasure asset”.
I pleasure assets sono beni di lusso che vengono considerati sia come fonte di piacere personale che come opportunità di investimento. Questi beni includono una vasta gamma di oggetti collezionabili come opere d’arte, vini pregiati, orologi di lusso, automobili classiche, gioielli e anche bottiglie rare di whisky.
ALFA SCF non si occupa direttamente di consulenza relativa a questa tipologia di asset, in quanto questa tipologia di allocazione del proprio patrimonio non fa parte della consulenza personalizzata proposta dalla società su strumenti finanziari ma – stimolati da alcuni clienti e dagli approfondimenti fatti sul tema – ci sembra interessante trattarne a titolo informativo.
Anche perché, come spesso accade in questi casi, quando le performance dichiarate per specifici asset iniziano a raggiungere livelli elevati, anche lo storytelling diventa più corposo e le offerte di business correlate diventano più strutturate, ma possono celare alcune insidie che è bene conoscere.
In questo articolo ci concentriamo sul mondo del whisky per verificare quali sono le opzioni disponibili per una persona interessata a questo tema, quali sono i rischi specifici e quali possono essere le attenzioni da fare nel momento in cui ci si interfaccia con persone che propongono questo tipo di investimento.
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Luxury investment index di Knight Frank
Nell’ambito dei pleasure assets uno dei settori in crescita è l’investimento nel whisky. Oltre ad essere una bevanda apprezzata in tutto il mondo, il whisky ha guadagnato popolarità come classe di attività alternativa che può portare rendimenti interessanti nel tempo; un’importante indicazione del crescente interesse per il whisky come forma di investimento è il Luxury Investment Index di Knight Frank (KFLII). La società di consulenza Knight Frank ha sviluppato questo indice per monitorare le performance di investimento nelle asset class di lusso, tra cui il whisky, e fornisce una panoramica delle tendenze e delle variazioni di valore delle collezioni nel tempo.
Nello specifico KFLII (vedi immagine tratta dal report Knight Frank Research, alla quarta colonna) a fine 2022 (anno decisamente negativo per la quasi totalità dei mercati finanziari) segnava +16%. Guardando nello specifico al Whisky, il dato riportato dal report è un +3% sui 12 mesi e un notevole +373% in 10 anni (ultima colonna a destra).
Il valore delle bottiglie rare e collezionabili di whisky è aumentato decisamente attirando l’attenzione, oltre che di appassionati del cosiddetto “liquid gold”, di collezionisti e investitori. Anche la crescente domanda da parte di mercati emergenti come l’Asia ha contribuito al rialzo dei prezzi.
Whisky come investimento?
Oltre al valore intrinseco delle bottiglie come distillato di qualità, ci sono altri fattori che possono rendere il whisky un’opzione di investimento interessante. In primo luogo il fatto di essere considerato un “bene rifugio” con la tendenza a mantenere il valore reale nel tempo. Poi la scarsità delle edizioni limitate e delle etichette rare aumenta la loro desiderabilità e il loro valore sul mercato; inoltre, il whisky ha una storia e una tradizione ricche, che lo rendono attraente per gli appassionati che desiderano collezionare pezzi unici e storici.
Di seguito esploreremo più approfonditamente i modi in cui è possibile investire nel whisky, suddivisi in particolare in 3 categorie esaminandone gli aspetti chiave:
- bottiglie rare
- botti da invecchiamento
- società o fondi di settore
Esamineremo anche gli aspetti chiave da considerare per valutare eventuali decisioni di investimento in modo informato.
Partiamo dalla considerazione che effettivamente il valore medio delle bottiglie da collezione e di botti di whisky di distillerie rinomate hanno visto un incremento importante nel decennio passato come rilevato dall’indice KFLII. Facendo una similitudine con i mercati finanziari, non sempre il passato può essere automaticamente un predittore di successo futuro.
Opzione 1: Investire in Bottiglie Rare
Le bottiglie di whisky rare e collezionabili rappresentano un acquisto affascinante.
Ogni anno, vengono prodotte ed imbottigliate edizioni limitate di whisky pregiati che attraggono l’interesse di collezionisti e investitori di tutto il mondo (nell’immagine, la “red collection” di Macallan battuta all’asta nel 2020 per 756.400 sterline). Una caratteristica che rende le bottiglie rare di whisky interessanti nel mondo del collezionismo è che, oltre ad essere prodotte in tirature limitate, tendono naturalmente ad essere sempre meno in quanto alcune di esse vengono effettivamente bevute.
Una differenza importante rispetto al vino, di cui gli italiani sono tradizionalmente più esperti, è che quest’ultimo continua a maturare in modo rilevante anche dopo essere stato imbottigliato, con il vantaggio di un affinamento ulteriore per quei vini appunto “da invecchiamento” e al contempo con lo svantaggio di essere maggiormente deperibile.
Per chi vuole dedicarsi al collezionismo fai-da-te di bottiglie di whisky, il punto di partenza deve essere:
- conoscenza delle distillerie e delle provenienze dei whisky (in primis Scozia con i single malt più riconosciuti, poi Giappone, Irlanda, USA)
- conoscenza del processo di produzione e delle caratteristiche che possono rendere uno specifico whisky più pregiato e/o raro. Ad esempio il tipo di malto, il livello di eventuale torbatura, la tipologia di botte utilizzata per la maturazione ed eventuali affinamenti in botti diverse.
- informazione sulle dinamiche commerciali, sulle edizioni più votate al collezionismo, sui vincoli allo scambio dei superalcolici tra Paesi.
Altri altri punti da tenere a mente, forse banali ma sempre utili, sono la verifica dell’autenticità delle bottiglie e la conservazione di etichetta e confezione: acquistare da rivenditori affidabili o partecipare ad aste specializzate verificate può essere un buon inizio, come anche sapere quali sono le strade da percorrere nel momento in cui si volesse liquidare (in senso monetario) il proprio investimento.
Visto le citate necessità di esperienza, nel tempo sono sorte anche società che si offrono come facilitatori di acquisto e custodi della collezione, in attesa di possibili rivendite delle bottiglie; in questo caso ricordiamo di effettuare approfondite ricerche, in particolare sulla affidabilità della realtà a cui ci si vorrebbe affidare e sulle normative di riferimento per contratti e fiscalità.
Opzione 2: Investire in botti di whisky (cask investment)
Un’altra forma di investimento nel whisky è l’acquisto di botti di whisky invecchiate. La botte, chiamate in inglese “cask”, rappresenta un’opportunità per gli investitori di partecipare al processo di invecchiamento del whisky, che tendenzialmente acquisisce caratteristiche organolettiche pregiate con il tempo (non in modo lineare e con le dovute eccezioni).
Questa modalità di investimento è maggiormente rischiosa rispetto alla precedente per due ordini di motivi, la prima è una minore diversificazione possibile, dal momento che le botti contengono tipicamente tra i 200 e 500 litri di distillato e quindi hanno un costo superiore che a parità di budget consentono di avere un “portafoglio” meno diversificato. La seconda è una maggiore distanza dal prodotto, che non è visibile in bottiglia ma stoccato all’interno dei magazzini dei produttori o distributori in loco.
Ecco alcuni punti da considerare quando si investe in botti di whisky:
- Selezione della distilleria.
- Tipologia della botte: capienza, origine del legno ed eventuali precedenti riempimenti (con bourbon, vini liquorosi o spazio alla fantasia, di primo o successivo refill), trattamenti speciali (ad esempio la tostatura e ricarbonizzazione dell’interno).
- Durata dell’Invecchiamento: le botti di norma vengono vendute dalle distillerie in fase di riempimento non appena terminata la distillazione, ma esiste anche un mercato secondario di scambio sul quale scegliere botti con whisky già in fase di maturazione. La durata dell’invecchiamento influisce sul gusto e sul valore del whisky, ed è bene ricordare che possono esistere tempi minimi di invecchiamento (per esempio lo scotch whisky per chiamarsi tale deve rimanere 3 anni in botte).
- Conservazione: incidono fattori come temperatura, umidità e esposizione alla luce, sebbene in questo caso come accennato lo stoccaggio avvenga in magazzini controllati (per esempio in Scozia sotto un controllo delle autorità statali per permettere la corretta applicazione delle imposte di fase di imbottigliamento). Fondamentale verificare la presenza di un’assicurazione che copra dai danni accidentali.
Mentre nel paragrafo precedente l’opzione di affidarsi a una società che aiuti nella gestione della collezione costituiva una opzione residuale, un supporto professionale risulta decisamente l’opzione preferibile in questo caso. In primo luogo, sono molto poche le distillerie che propongono a singoli clienti privati il poter entrare in possesso di proprie botti appena riempite, in secondo luogo sarebbe utile una verifica esperta in loco sia del distillato newmake sia della qualità del contenitore. Sono diverse le società che si offrono come intermediari in questa attività: le exit che indicano per l’investimento sono la possibile rivendita alle distillerie stesse, a operatori professionali per creazione di blend o per l’imbottigliamento di edizioni single cask, oppure per imbottigliamento ad uso personale-familiare-aziendale; anche qui ricordiamo di effettuare approfondite ricerche, in particolare sull’affidabilità della realtà a cui ci si vorrebbe affidare e sulle normative di riferimento per contratti e fiscalità.
Opzione 3: Società o fondi di settore
Per coloro che desiderano investire nel whisky senza dover gestire direttamente bottiglie o botti, nel tempo sono stati creati fondi specifici di investimento, che potremmo definire di private equity; fondamentale avere una conoscenza precisa dei gestori e della gamma di strumenti a cui potranno attingere e dei costi. Attualmente non si evidenziano fondi italiani specializzati legati a questo specifico settore.
Per esporsi al trend del whisky si potrebbe in ultimo considerare l’acquisto di azioni di aziende che operano nel settore. Molte distillerie scozzesi nel secolo passato hanno affrontato diversi periodi di crisi e il settore ha subito nel tempo una certa concentrazione: esistono ancora fiere realtà indipendenti, ma la necessità di ingenti capitali immobilizzati ha portato al fatto che oltre la metà della produzione di scotch whisky proviene da soli 3 grandi gruppi (Diageo, Pernod Ricard, William Grant: esattamente il 56,9% nell’anno 2021, fonte informazioni “malt whisky yearbook 2023), di cui le prime due sono società quotate. Altri attori di rilievo si suddividono tra realtà specializzate (es. Edrington, Beam Suntory, la stessa William Grant) e grandi multinazionali dei wine&spirits (es. Bacardi, Campari, LVMH) che sono ovviamente presenti anche nel mondo del whisky ma per i quali questo specifico settore non è il driver principale di business.
Conclusione
Investire nel whisky può essere un’esperienza gratificante per gli appassionati della bevanda e per gli investitori che cercano opportunità alternative, ma resta un prodotto di nicchia che richiede una informazione e consapevolezza elevate. Non ha senso approcciarlo alla ricerca di un guadagno facile, occorre fare attenzione sia al proprio orizzonte temporale sia agli interlocutori con cui si entra in contatto.
Per concludere con una battuta di spirito, il rischio è attenuato solo per gli appassionati di whisky che, in caso di perdita di valore di una bottiglia, possono consolarsi bevendola.
Per approfondire il mondo del whisky, oltre all’assaggio la visita ad una distilleria in funzione è il metodo più pratico per avere una panoramica di informazioni e immergersi nell’ambiente e negli aromi di questo pleasure asset. Questo video propone animazioni molto curate sui vari procedimenti di produzione, così da iniziare già da casa.
DISCLAIMER:
Le informazioni e i commenti presenti in questo articolo sono redatti a titolo esclusivamente informativo e non costituiscono in alcun modo prestazione di un servizio di consulenza in materia di investimenti, né costituiscono un servizio di sollecitazione all’investimento in strumenti finanziari. L’autore o ALFA SCF S.p.A. non sono responsabili delle decisioni che potrebbero essere intraprese a seguito della lettura di questo articolo; nel caso in cui il lettore intenda effettuare qualsiasi operazione è opportuno che non basi le sue scelte esclusivamente sulle informazioni indicate nel documento allegato, ma dovrà considerare la rilevanza delle informazioni ai fini delle proprie decisioni, alla luce dei propri obiettivi di investimento, della propria esperienza, delle proprie risorse finanziarie e operative e di qualsiasi altra circostanza.
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