Nell’informazione finanziaria, le dimensioni contano

In questo articolo, Luca Lupotto ci guida attraverso due delle “trappole cognitive” dell’investitore, Home Bias e Information Bias, tra grafici ed esempi.

In chiusura una infografica tutta da scoprire, che sotto una apparente complessità, regala dettagli estremamente interessanti.

 

Economia e finanza comportamentale sono discipline che hanno avvicinato ricerca scientifica e psicologia ai modelli tipicamente numerici associati a teorie economiche e mercati finanziari. I premi Nobel assegnati a Kahneman nel 2002 e a Thaler nel 2017 hanno confermato la rilevanza di questi campi di studio: oggi è possibile trovare materiale sterminato su “bias cognitivi” e “trappole comportamentali” per l’investitore.

Curiosando tra i tre grafici proposti di seguito, potremo toccare con mano come, nell’approcciare le informazioni finanziarie – ancor prima di decidere come applicarle alle scelte di investimento – sia necessario predisporsi con la giusta prospettiva. Home Bias e Information Bias sono due tra le principali trappole cognitive della finanza comportamentale, e determinano la modalità con la quale recepiamo le informazioni e le dimensioni di diversi fenomeni.

Home Bias è un eccesso di familiarità: negli investimenti, ci convinciamo che la conoscenza di qualcosa ci porterà al successo: preferiamo ciò che riteniamo di conoscere, e che sentiamo più vicino.

Prendiamo ad esempio il grafico a sinistra, che illustra la capitalizzazione delle principali 40 borse mondiali, raggruppate per area geografica. New York Stock Exchange (Nyse) e Nasdaq sono le più grandi borse mondiali (24% e 17%). La Borsa Italiana ha chiuso il 2020 con una capitalizzazione di circa 607 miliardi di euro, pari a una fetta della torta mondiale di meno dello 0,66%

Qual è la percentuale del tuo portafoglio azionario investita in  Italia? Se è molto più alta, anche tu potresti essere vittima dell’home bias.

Non si tratta solo di questo, home bias può essere inteso come investire in società italiane (es. Telecom Italia, ENI), ma anche investire in azioni e brand vicini al proprio stile di vita (es. Netflix, Amazon, il proprio supermercato di fiducia o brand tecnologico preferito), proiettando il fatto di essere direttamente consumatori, e che lo siano persone a noi vicine, come fattore di successo dell’azienda.

Il grafico a destra illustra la proporzione tra le diverse popolazioni mondiali stimata al 2021. L’Italia qui  perlomeno è visibile, sebbene i suoi 60 milioni di abitanti contino solo per lo 0,76%.

Pur vivendo in un mondo decisamente globalizzato e nel quale lo stile di vita «occidentale» è il punto di riferimento, dobbiamo ricordare che il punto di vista dell’osservatore italiano è solo uno dei tanti nell’ambito delle interazioni mondiali. Anche la dominanza degli Stati Uniti, ben rappresentata dal precedente grafico a torta sulle Borse, risulta ridimensionato in ottica demografica. Quest’ultima considerazione permette di introdurre il secondo bias, citato in precedenza, che si può tradurre in «non saltare a facili conclusioni».

L’Information Bias si deve infatti alla tendenza ad utilizzare singole informazioni – pertinenti solo a parte del problema che si vuole affontare – per comprendere l’intero problema. Gli investitori sono bombardati di innumerevoli informazioni e hanno difficoltà a filtrare i dati rilevanti per il loro problema; il fatto di prediligere indicazioni di breve termine rispetto a quelle che possono impattare nel lungo periodo ne è un esempio.

Ogni giorno i notiziari finanziari parlano di andamento delle Borse e dei principali indici. S&P, Nasdaq, Piazza Affari, DAX, talvolta la chiusura del Nikkei o della Borsa cinese. +1,55%, -0,75%, bruciati 20 miliardi di capitalizzazione. Indicazioni confuse e numeri recepiti dal nostro cervello con importanza simile tra loro, ma che invece hanno un peso relativo differente. L’attenzione da dare a questi dati è diversa. Sia perché, come evidenziato nel primo grafico, la dimensioni relative dei mercati di riferimento sono estremamente diverse, sia perché potrebbero non essere rilevanti per il «problema» di chi riceve le informazioni.

Nel mondo attuale la comunicazione è di accesso globale e le fonti di informazione e i punti di vista si sono moltiplicati: i dati ci sono, la difficoltà sta nel trovarne la giusta interpretazione.

Come fare quindi? Avere in mente il problema prima di farsi sommergere dai dati. Poi, una possibilità è farsi aiutare da aggregatori flessibili di dati, messi a disposizione da enti, università o centri di ricerca, che permettono di elaborare tali dati in modo flessibile (ad esempio le varie curve generate per monitorare la pandemia di Coronavirus), oppure visionare con attenzione le infografiche proposte sempre più spesso da piattaforme online e giornalisti, ricordandosi di verificare fonti e tipologia dei dati utilizzati.

>>BONUS<< Ecco una mappa che raffigura le azioni dell’indice S&P500 e il loro andamento nel mese di Gennaio 2021.

Fonte: Finviz.com, Andamento Azioni S&P 500 dal 1/1/2021 al 1/2/2021. L’ampiezza dei riquadri rappresenta la capitalizzazione relativa.

Un colpo d’occhio a prima vista complesso, ma che regala dettagli estremamente interessanti:

  • Uno strato informativo relativo alla dimensione (in termini di capitalizzazione del singolo titolo rispetto all’indice: risaltano i grandi blocchi di Microsoft, Apple, Google, Facebook e Amazon.
  • Uno strato informativo relativo all’andamento dei singoli titoli, con la variazione percentuale e il codice colore: anche in questo caso è facile identificare la crescita in Gennaio di Tesla in alto a destra, o il calo di Visa e Mastercard a sinistra.
  • Infine la suddivisione spaziale in settori: questo aggiunge una percezione visuale, calata nei settori, delle precedenti informazioni. Per esempio si comprende al volo che il settore preponderante come capitalizzazione è il Technology, che alcuni sotto-settori nel periodo hanno performato meglio (Auto manufacturers e Healthcare diagnostics) o peggio (Aerospace & Defence, Beverages non-alcoholic, Integrated freights&Logistics). Inoltre si riesce a capire se nel periodo le aziende di un settore si sono mosse coerentemente, oppure se emergono degli outperformers: analizzando per esempio il sotto-settore Semiconductors (in alto, verso sinistra), AMD e XLNX hanno sottoperformato mentre INTC, MU e SWKS in verde chiaro sono i migliori del gruppo.

Sul sito www.finviz.com si trova la versione interattiva della mappa, costantemente aggiornata, personalizzabile su diversi orizzonti temporali, oltre ad altre interessanti rappresentazioni grafiche di ulteriori mercati e strumenti finanziari.

Luca Lupotto