- 4 Aprile 2017
- Posted by: Luca Ambrisi
- Categoria: Approfondimenti, Strategie di Investimento
Bentrovati negli uffici torinesi di ALFA Società di Consulenza Finanziaria. Abbiamo il piacere di ascoltare da Luca Ambrisi, analista responsabile del portafoglio Bond Valute Estere, che ci esporrà le caratteristiche dello stesso a partire dalle analisi a monte della strategia fino all’applicazione pratica rivolta ai clienti in consulenza ALFA.
Redazione: Buongiorno Luca. Nelle precedenti interviste abbiamo imparato che ALFA imposta le attività di consulenza secondo una matrice di strategie che rappresentano un’evoluzione rispetto al tradizionale approccio di asset class. Come si inserisce la strategia bond valute estere in questo contesto?
Buongiorno a tutti. La strategia bond valute estere nasce proprio per essere inserita in maniera complementare ad altri building block. Date le sue forti specificità, essa si può affiancare bene a molte strategie ALFA, valutando il suo peso in relazione alle esigenze del cliente e al suo profilo di rischio. L’obiettivo principale è quello di inserire in portafoglio un tassello che permetta ulteriore diversificazione ricercando rendimento attraverso logiche differenti rispetto a quelle più frequentemente utilizzate. In una situazione per cui le classiche asset class (azioni, bond, materie prime) sono caratterizzate da maggiore correlazione, dedicare una quota del portafoglio a una strategia che adopera criteri di selezione distinti da quelli tradizionali può rivelarsi nel medio periodo un valore aggiunto.
Redazione: Entriamo nello specifico: quali sono le caratteristiche peculiari della strategia?
In primis, si tratta di una strategia discrezionale che prevede prevalentemente l’utilizzo di strumenti obbligazionari, siano essi bond, ETF o altri OICR. L’obiettivo è quello di esporsi alle valute estere ricercando, oltre all’apprezzamento della divisa, anche un rendimento cedolare interessante. Spesso l’investimento in valute estere si associa ad un grado di rischio elevato, collegandolo ad operazioni altamente speculative messe in atto con strumenti complessi e con l’utilizzo della leva finanziaria; nel caso specifico invece la strategia bond valute estere non prende in considerazione strumenti complessi e mette in attuazione dei criteri di selezione titoli volti a minimizzare il rischio. Quando disponibili, in particolare rispetto all’investimento su valute emergenti, vengono selezionate emissioni obbligazionarie con rating molto elevati, generalmente a tripla A; si tratta quindi solitamente di bond sovranazionali o di agenzie governative (ad esempio Banca Mondiale e BEI) che, godendo del massimo giudizio delle agenzie di rating, incorporano il più basso grado di rischio emittente. In altri casi (ad esempio sulla valuta USD), si considerano strumenti ben diversificati come ETF per prendere posizione su livelli di duration o su categorie di bond specifici. Sempre una attenzione particolare è dedicata al grado di liquidabilità dell’investimento, privilegiando titoli che abbiano dei volumi di negoziazione consistenti. Infine, al fine di evitare una eccessiva concentrazione della volatilità, il portafoglio non può esporsi per più del 20% su una singola valuta emergente e vengono giornalmente tenuti sotto controllo i parametri di correlazione fra le varie divise.
Redazione: Sembra interessante, ma esistono dei requisiti per poter applicare la strategia bond valute estere?
Vista la grande adattabilità della strategia bond valute estere con tutte le altre strategie ALFA, fin dal suo concepimento abbiamo ritenuto opportuno renderla facilmente praticabile per una molteplicità di tipologie di clienti. Ciò si traduce in una selezione di strumenti con tagli minimi retail e, contemporaneamente, acquistabili su mercati accessibili dagli intermediari bancari italiani quali MOT e ETLX. A ciò va aggiunto che, essendo una strategia di medio periodo, la numerosità delle operazioni, pur potendo variare in funzione delle fasi di mercato, è piuttosto contenuta rendendo la sua implementazione molto agevole.
Redazione: Come si arriva a selezionare una valuta e quali sono i fattori da tenere in considerazione?
Il processo di monitoraggio, screening e scelta definitiva delle valute è molto complesso e prevede un’attenta analisi di numerose variabili. In un mondo sempre più interconnesso, le valute spesso si ergono a simbolo di questioni geopolitiche, come recentemente occorso in occasione del referendum che ha sancito l’uscita dal Regno Unito dall’Unione Europea e ha innescato la svalutazione della sterlina. Ma, oltre alle questioni geopolitiche e ai dati macroeconomici, vanno strettamente monitorate le azioni intraprese delle banche centrali le cui politiche e strategie future sono sempre più importanti come determinante nella scelta di un investimento in valuta estera. Le materie prime sono un ulteriore elemento che può influenzare l’andamento delle valute di paesi ricchi di risorse naturali; tra tutte oro e petrolio sono un importante barometro per misurare lo stato di salute dei paesi esportatori e delle loro valute. Last but not least, un’analisi tecnica evoluta rappresenta sempre un filtro importante per individuare quelle currency con una probabilità di apprezzamento maggiore rispetto alle altre.
Redazione: Dato l’alto grado di varabili presenti, come si articola il processo decisionale che porta all’inserimento e all’uscita degli strumenti nel portafoglio?
Vista la molteplicità di fattori di cui tenere conto, il confronto e l’unione delle competenze sono fondamentali per poter porre in essere delle strategie vincenti. Ciò accade in ALFA SCF attraverso un comitato investimenti (NdR di cui abbiamo approfondito il funzionamento in questa intervista) che si riunisce almeno due volte al mese analizzando e trattando in maniera approfondita diverse tematiche tra cui le valute e gli strumenti più adeguati per l’investimento in esse. Chiaramente, il confronto e il monitoraggio condiviso sono costanti, e spesso le idee di investimento più innovative sono quelle che nascono da analisi eseguite in collaborazione fra più analisti; personalmente trovo molto stimolante questo approccio multidisciplinare e poliedrico, oltre che esemplificazione del lavoro di team in ALFA. Per quanto riguarda le uscite, sono determinate identificando target o stop di cambio o prezzo, oppure valutando sostituzioni tra valute diverse in base alle dinamiche dettagliate nei precedenti paragrafi. Evidenzio inoltre che il portafoglio non è sempre investito in valuta estera, il complemento al 100% è rappresentato da liquidità in Euro, che gioca tra l’altro un importante ruolo di limitatore naturale della volatilità.
Redazione: Ci puoi fare 3 esempi di strumenti che hanno trovato posto in questo portafoglio? E 3 parole per descriverlo in sintesi?
Certo, come esempi mi viene da citare una obbligazione BEI in pesos messicani inserita in Gennaio 2017 che ha beneficiato dello sgonfiarsi delle minaccia Trump, un ETF a bassa duration per la componente USD, facile anche da gestire a livello operativo di ingressi ed uscite a prezzi target, e un altro bond BEI questa volta in BRL che sta godendo di un tasso di cambio poco volatile e di rendimenti a scadenza a 1 anno intorno al 10%.
Concludendo con 3 parole, definirei il portafoglio bond valute estere come “facilmente implementabile”, “ben integrabile” in una struttura di portafoglio più complessa e “stimolante” per consulenti e clienti.
Redazione: Grazie Luca! A presto con la prossima intervista.
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