Alfa&BetaSintesi Aprile 2018
- Segnali di rallentamento in Europa
- Rischio «guerra commerciale»
- Frenano ancora gli azionari
- Euro stabile sul Dollaro, in calo nei confronti della Sterlina
- Tema del Mese: «L’inversione di rotta del Portogallo»
SCENARIO MACRO
L’economia mondiale continua a crescere e i rischi di recessione nei prossimi dodici mesi rimangono ovunque molto bassi. Nonostante ciò, anche la lettura di marzo degli indici PMI europei evidenzia un rallentamento della crescita.
I dati relativi ai principali paesi del Vecchio Continente hanno deluso le attese e risultano in discreta contrazione rispetto ai massimi di fine 2017.
Per quanto almeno in parte influenzati da situazioni contingenti come l’ondata di gelo dello scorso inverno, gli ultimi dati alimentano qualche campanello d’allarme sulla qualità della crescita europea, a maggior ragione se si considerano i rischi derivanti dalla possibile «guerra commerciale» in atto tra USA e Cina.
Al di fuori dell’UE, arrivano invece dati più confortanti. Supportata dai passi avanti nel processo di «Brexit» l’economia britannica si conferma solida; la lettura finale del PIL americano supera le attese (2,9% la crescita annualizzata nel Q4 2017) e indicazioni positive arrivano anche dalla Cina, dove l’indice PMI cresce in linea con gli obiettivi del governo.
A proposito di USA, i dati sull’occupazione rimangono positivi nonostante la lettura deludente sui posti di lavoro creati a marzo e si conferma sostenuto anche il livello dei prezzi. L’inflazione è stata del 2,2% a febbraio, con il dato core stabile all’1,8%. Questo scenario lascia pochi dubbi sul fatto che la Fed alzerà i tassi ancora almeno due volte nel 2018. Alcuni analisti ritengono possibile anche una terza ulteriore stretta monetaria nell’anno in corso.
I segnali di rallentamento dell’economia europea e lo scenario di crescente incertezza globale, infine, frenano l’ottimismo delle imprese e dei consumatori europei. L’indice Zew e l’indice IFO a marzo rallentano rispetto alle precedenti letture.
I rischi di guerra commerciale tanto temuti dai mercati (con l’indice Vix ancora elevato) non sembrano essere invece temuti dai consumatori americani: l’indice di fiducia misurato dall’Università del Michigan fa segnare un nuovo massimo…[continua]
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