Tema del mese: Viaggio nella seconda economia mondiale

alfaconsulenza_stefano-simionatoArticolo a cura di Stefano Simionato, Responsabile Ufficio Studi ALFA SCF, estratto dal report mensile ALFA&BETA di Luglio 2017 riservato ai clienti (scarica qui i report ALFA&BETA Sintesi).

 

TEMA DEL MESE – LUGLIO 2017

VIAGGIO NELLA SECONDA ECONOMIA MONDIALE

Il boom economico cinese è stato uno degli eventi che più hanno caratterizzato l’economia mondiale negli ultimi decenni. Alla fine degli anni Settanta, la Cina generava un PIL pari a quello di una piccola nazione come il Belgio; oggi è la seconda economia mondiale (terza se consideriamo per intero l’Area Euro) ed è ormai difficile considerarla un paese «emergente». Non si può quindi analizzare lo scenario macro senza tenere in considerazione quanto avviene nel «Regno di Mezzo», un mercato di oltre 1,3 miliardi di persone con enormi connessioni a livello globale.

Primo partner commerciale degli USA e maggiore fornitore dell’economia europea, la Cina dà un contributo fondamentale alla crescita mondiale. Anzi, il tasso di crescita dei paesi occidentali è ormai da anni una frazione di quello cinese. Il peso della sua economia sul PIL mondiale è più che raddoppiato rispetto all’inizio del millennio e qualcuno prevede addirittura che arriverà presto un sorpasso sugli Stati Uniti.

Il PIL Pro Capite, è vero, rimane molto inferiore a quello dei paesi occidentali, ma questo è dovuto alle differenze ancora enormi tra la popolazione molto povera che vive nelle campagne e le aree urbanizzate. Nelle città cinesi, che colpiscono per dinamicità e grado di innovazione, i redditi degli abitanti sono infatti in linea con quelli delle capitali finanziarie occidentali e il prezzo delle proprietà immobiliari a Pechino e Shanghai è paragonabile con quello di New York e Londra.

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Una volta compreso il peso della Cina sull’economia mondiale, è ora importante capire quali siano le sue prospettive presenti e future e quali i possibili elementi di fragilità. Per l’anno in corso, il tasso di crescita previsto è ancora molto elevato: +6,7%, superiore all’obiettivo del governo (+6,5%). L’indice PMI evidenzia un livello di produzione soddisfacente, la crescita dei consumi (+10,7% negli ultimi dodici mesi) ha superato le attese e gli investimenti, che rimangono il maggiore motore della crescita, mantengono un ritmo sostenuto. Almeno nel breve periodo, la Cina dovrebbe quindi continuare a fornire il suo importante contributo alla crescita globale, sostenendo di conseguenza le stesse economie occidentali.

Un primo evento potenzialmente molto importante per il futuro del paese arriverà però già nel prossimo autunno, quando si terrà il Congresso del Partito Comunista (detentore esclusivo del potere politico). I vertici del partito, che saranno in parte eletti proprio in quell’occasione, potranno prendere, tra le altre, decisioni significative in merito ai rapporti con gli USA e in merito al tema dell’indebitamento interno. Sul primo tema, è evidente che la relazione tra due paesi così grandi sia di fondamentale importanza per l’intera economia mondiale. In questa fase, anche alla luce del comportamento spesso imprevedibile di Trump, le incognite sono molte da entrambi i lati. E’ però importante che siano rientrati i rischi di «guerra commerciale».

LUG2Quella dell’indebitamento è invece già da anni una delle principali fonti di preoccupazione dei governi cinesi. In particolare dopo la crisi del 2008, quando si è fatto meno ricorso alle esportazioni, gli elevati livelli di crescita sono stati mantenuti grazie a un sempre più frequente ricorso al debito. Questo ha superato il 250% del PIL (156% solo quello in capo alle aziende cinesi). Alcuni economisti hanno fatto inquietanti paragoni con la situazione del Giappone a fine anni ‘80 e della Spagna nel 2007.

Operazioni di politica monetaria messe in atto nelle ultime settimane per frenare il ricorso alla leva hanno portato in alcuni momenti a un’inversione della curva dei rendimenti. Si tratta di un segnale di potenziale rischio da valutare attentamente nei prossimi mesi, così come tutti gli eventi riguardanti l’economia cinese. La nervosa reazione dei mercati alla svalutazione dello Yuan nell’agosto 2015 è infatti solo un esempio delle possibili grandi ripercussioni che gli eventi del «Celeste Impero» possono avere sull’economia e sui mercati finanziari mondiali.

 

Immagine di copertina: created by Evening_tao – Freepik.com

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