- 4 Agosto 2017
- Posted by: UFFICIO STUDI
- Categoria: Articoli e Interviste
Articolo a cura di Stefano Simionato, Responsabile Ufficio Studi ALFA SCF, estratto dal report mensile ALFA&BETA di Agosto 2017 riservato ai clienti (scarica qui i report ALFA&BETA Sintesi).
TEMA DEL MESE – AGOSTO 2017
UN PAESE IMMOBILE
Il mercato immobiliare può raccontare molto della situazione economica di un paese. Un boom si accompagna molto spesso ad una crescita dei prezzi delle case, mentre lo scoppio di una bolla immobiliare è sovente il fattore che scatena una recessione. Per questo motivo, sebbene il «core business» di Alfa sia la consulenza su strumenti mobiliari, osserviamo sempre con attenzione anche i report relativi al settore «Real Estate».
Nelle scorse settimane, l’Eurostat ha pubblicato un aggiornamento sull’andamento dei prezzi delle abitazioni nell’Unione Europea nel primo trimestre 2017.
Due elementi emergono in maniera particolare: il primo è la generalizzata ripresa del mercato. Le compravendite sono in aumento e il prezzo delle case è cresciuto mediamente del 4,5% (+4% nell’Area Euro), con rialzi superiori al 10% nei paesi dell’Est (Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania) e una crescita intorno al 5% nelle grandi economie del Vecchio Continente. Il secondo è che un solo paese dell’Eurozona non è stato toccato nell’ultimo anno dalla ripresa immobiliare: l’Italia.
Nonostante la crescita del numero di transazioni, il nostro paese è infatti l’unico a registrare una contrazione dei prezzi delle abitazioni rispetto al primo trimestre 2016. I prezzi attuali delle proprietà immobiliari, dopo essersi già contratti di oltre il 10% nell’ultimo decennio, rimangono dunque molto lontani dai livelli pre-crisi. Si tratta di un dato che conferma una volta di più quanto la qualità della ripresa sia debole e quanto l’Italia fatichi a tenere il passo del resto d’Europa.
I dati appena commentati, se affiancati ad altri pubblicati sempre dall’Eurostat sul mercato immobiliare europeo, possono fornire un quadro ancora più chiaro della situazione del nostro paese. La quota di residenti che vivono in un’abitazione di loro proprietà in Italia è tra le più alte al mondo.
Meno del 30% degli italiani vive in affitto, contro una media del 34% nell’area Euro, di quasi il 50% in Germania e del 57% in Svizzera. La quota di proprietari con un mutuo attivo, in Italia, è invece di gran lunga la più bassa nel confronto con le altre maggiori economie. Se in Svezia, Svizzera e Olanda la quasi totalità dei proprietari sta ripagando un prestito sull’immobile, nel nostro paese questo accade in meno di un caso su quattro.
Da questi dati emerge innanzitutto l’immagine di un paese nel quale, nonostante la crisi del settore e i principi di diversificazione degli investimenti suggerirebbero spesso il contrario, la casa di proprietà rimane anche per ragioni culturali una soluzione preferita rispetto all’affitto. Viene evidenziata però anche una forte e preoccupante staticità: il basso livello di mutui mette in luce sia la scarsa possibilità di indebitamento delle fasce più giovani della popolazione (colpite dall’elevata disoccupazione), sia il fatto che il sistema bancario in difficoltà è frenato nell’emissione di prestiti.
Il grosso patrimonio immobiliare nazionale tende quindi a «muoversi» più per eredità che in seguito a compravendite. Tutto ciò non fa che porre un ulteriore freno ai meccanismi della crescita, incrementando il gap con le potenze mondiali.
Immagine di copertina: Designed by mrsiraphol / Freepik
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