Settore tech cinese in ritardo rispetto al Nasdaq

PLUS24 – USCITA DEL 1 GIUGNO

La redazione di Plus24, inserto del sabato del noto quotidiano Il Sole 24 Ore, ha analizzato con il supporto di ALFA SCF il settore delle azioni tecnologiche cinesi nell’articolo: “Il ritardo della tecnologia cinese è un’opportunità per gli investitoria firma di Marzia Redaelli.

L’autrice spiega che, mentre il Nasdaq continua a battere nuovi record, le azioni della tecnologia cinese restano indietro.
Ci sono dei motivi, naturalmente, tutti riconducibili al rischio Paese, visto che Pechino si ingerisce pesantemente nell’attività del settore, che è un campo di battaglia con gli Stati Uniti per la supremazia economica. Per gli investitori, però, questa potrebbe essere un’occasione.
Il divario delle performance è evidente dal confronto dell’Etf (fondo passivo quotato che ha un paniere uguale a quello dell’indice di riferimento) sull’indice azionario della tecnologia cinese rispetto all’Etf che replica l’indice mondiale, costituito per gran parte dai titoli Usa. Solo da inizio anno, il comparto tech cinese è indietro di 15 punti percentuali, mentre negli ultimi dodici mesi l’indice tech Usa è salito dell’80% a fronte del -20% di quello cinese (si veda il grafico accanto).

Mario Allegra, responsabile degli investimenti di Alfa Scf, spiega che le azioni cinesi patiscono un contesto che ha allontanato gli investitori: «La Cina sperimenta da alcuni anni una forte crisi immobiliare e il Governo di Pechino è intervenuto con rigide normative per controllare le società tecnologiche nazionali e per limitare l’attività di quelle straniere»

Sono pochi titoli a decidere l’entità dei rialzi. Entrambi gli Etf sono concentrati su pochi nomi, quelli spinti dalla corsa folle trainata dalla fame di investimenti nell’intelligenza artificiale (Nvidia a Wall Street e Tencent e Alibaba a Shanghai).

Nell’Etf globale (sbilanciato all’88% sulla Borsa di New York) Microsoft, Apple e Nvidia, che sono i primi tre titoli in portafoglio, pesano oltre la metà del totale. In quello focalizzato sulla Cina, Tencent, Meituan e Alibaba valgono il 33% del paniere. Anche le valutazioni dei titoli, naturalmente, sono differenti, perché le quotazioni degli americani scontano già una crescita degli utili tre volte più alta.

Dunque, l’esposizione al settore della tecnologia nell’una o nell’altra area geografica apre opportunità e rischi diversi.

Allegra afferma che le società cinesi sono più appetibili: «Hanno una maggiore liquidità che va a vantaggio degli investitori. Alibaba, per esempio, ha una capitalizzazione di Borsa pari a 192 miliardi di dollari e ha disponibilità di cassa per 92 miliardi di dollari, dei quali un terzo è destinato al riacquisto di azioni proprie, un’operazione che fa salire il valore dei titoli in circolazione. Invece, i magnifici sette colossi della tecnologia Usa valgono insieme oltre 14.000 miliardi e hanno in tutto 310 miliardi di liquidità, pari a solamente tre volte quella di Alibaba».

 

ALFA SCF