- 16 Febbraio 2017
- Posted by: UFFICIO STUDI
- Categoria: Approfondimenti, Strategie di Investimento
Nuovo appuntamento negli uffici torinesi di ALFA Società di Consulenza Finanziaria. Stefano Simionato, responsabile dell’Ufficio Studi, ha sviluppato un’esperienza quinquennale di analisi e valutazione dei certificati di investimento. Oggi ci permetterà di conoscere meglio questi strumenti e di capire come il cliente ALFA possa sfruttarne le caratteristiche attraverso una strategia mirata.
Redazione: Buongiorno Stefano. Per cominciare, definiamo cosa sono i certificati di investimento, una tipologia di strumento che per molti investitori rappresenta ancora una novità.
Sono strumenti finanziari derivati, generalmente strutturati ed emessi da banche. Il loro valore dipende da quello di una o più attività “sottostanti”, come ad esempio azioni o indici di borsa. Esistono in realtà numerose tipologie di certificati, ciascuna caratterizzata da un diverso profilo di pay-off. L’ingegneria finanziaria negli ultimi anni ha permesso di strutturare titoli in grado di adattarsi a differenti esigenze e profili di rischio; una proliferazione che da un lato deve rendere attenti a verificare le specifiche condizioni di ogni strumento, dall’altra offre l’accesso a strutture mirate e a sottostanti difficilmente acquistabili al pubblico, specialmente retail.
Qui ci riferiamo in particolare alle tipologie classificate da ACEPI come “prodotti a capitale condizionatamente protetto” (es. bonus, express, cash collect), le cui strutture standard permettono di ottenere pagamenti bonus o cedole periodiche se le attività sottostanti restano al di sopra di cosiddetti “livelli barriera”.
Redazione: In che modo un investitore può accedere ai certificati?
Borsa Italiana ha un comparto dedicato ai certificati, il Sedex. Inoltre, molti strumenti sono quotati anche sull’EuroTLX. La gran parte dei titoli negoziabili è accessibile anche ai piccoli investitori in quanto il taglio minimo di ciascun certificato generalmente non supera i 1.000 Euro. Per l’operatività sul mercato secondario è però necessario fare molta attenzione alla liquidità di questi strumenti, che non sempre è elevata, e allo spread bid-ask. Questi fattori, insieme al rapporto rischio-rendimento, sono tenuti in considerazione dall’ufficio studi ALFA per la selezione degli strumenti nell’ambito delle strategie su certificati.
Redazione: Andiamo allora più nel dettaglio. Come si strutturano le strategie ALFA sui certificati e quali sono i loro obiettivi?
Un team di analisti dedicato all’analisi dei certificati monitora costantemente l’andamento degli strumenti quotati e le nuove emissioni. ALFA dispone quindi di un database aggiornato in tempo reale, dal quale ogni settimana viene estratta una lista dei certificati con il miglior rapporto rischio-rendimento. Partendo da questa selezione si possono costruire portafogli di certificati, composti in media da 10-15 titoli e gestiti attivamente, in grado di generare un rendimento positivo con un orizzonte temporale di 2 anni, anche in uno scenario di mercati moderatamente ribassisti.
Redazione: Quali sono però i rischi dell’investimento in certificati?
Un portafoglio di certificati, come dicevo, può generare buoni rendimenti anche in fasi di mercati ribassisti. Questo perché, per ottenere bonus e cedole, è sufficiente che le attività sottostanti non raggiungano i “livelli barriera”. In questi casi, il prezzo dei certificati può infatti scendere in misura analoga o superiore a quello dell’azione o dell’indice sottostante. Il principale rischio di questi strumenti è quindi proprio quello di un calo di prezzo dei sottostanti che dia vita ai cosiddetti “eventi barriera”. Per ridurre le probabilità che si verifichino scenari negativi e contenere gli effetti della volatilità, noi consigliamo quasi esclusivamente l’acquisto di strumenti a barriera “discreta”, ossia quelli per cui l’evento negativo può verificarsi solo alla data di scadenza dello strumento.
Per mitigare l’effetto di questi eventi sul portafoglio, è in ogni caso fondamentale un’adeguata diversificazione. I portafogli costruiti nell’ambito delle strategie ALFA pertanto non hanno mai più di due certificati con la medesima attività sottostante e sono adeguatamente diversificati anche per tipologia di strumento, data di scadenza ed emittenti.
Redazione: In che modo una strategia sui certificati può essere inserita in portafoglio? Quale correlazione può avere con altri investimenti in portafoglio?
I portafogli costruiti dagli analisti ALFA con regole ed obiettivi definiti in precedenza, costituiscono un building block che i consulenti ALFA hanno a disposizione nello strutturare un portafoglio multi-strategia per i clienti. Non si tratta di una strategia “core” di portafoglio, tuttavia in ottica di medio periodo può dare un potenziale contributo positivo alle performance senza incrementare eccessivamente la volatilità.
Trattandosi di strumenti ibridi il profilo di rischio di un paniere di certificati può considerarsi intermedio tra quello dei bond e quello delle azioni. Sebbene di norma relativamente poco correlati dall’andamento del mercato azionario, i certificati possono risultarne decisamente correlati in fasi di forte stress. Da un lato il rendimento alla scadenza, come per le obbligazioni, è quasi sempre pre-calcolabile, dall’altro però ci sono i rischi di incappare in un evento barriera. Per questo motivo, inserire una strategia basata sui certificati in portafoglio permette da un lato di migliorare il potenziale di rendimento rispetto a quanto si può ottenere oggigiorno con i bond, dall’altro di avere scenari positivi più frequenti rispetto alla componente azionaria pura, a scapito di un cap al rendimento massimo e di un valore di rimborso condizionato all’andamento azionario al verificarsi dell’evento barriera.
Per concludere, una tabella può meglio evidenziare le caratteristiche dei certificati e il loro profilo di rischio asimmetrico.
Redazione: Grazie Stefano, il tema è decisamente complesso per un non addetto ai lavori. Sicuramente da questa intervista emerge il lavoro di monitoraggio e selezione effettuato dall’Ufficio Studi ALFA. Ringraziamo i lettori, in attesa di un nuovo approfondimento.
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