- 4 Febbraio 2022
- Posted by: ALFA SCF
- Categoria: Articoli e Interviste, In Evidenza
Il Piano di Accumulo del Capitale (PAC) è una tecnica di investimento: come spesso capita la sua origine è anglosassone e fa riferimento al Cost Averaging (CA): un investimento con cadenza periodica (mensile, trimestrale, semestrale, annuale…), che avviene indipendentemente dall’andamento dei mercati finanziari, con l’obiettivo di mediare le diverse fasi di ascesa e discesa e costituire un capitale finale (obiettivo), senza doversi “preoccupare” delle oscillazioni dei mercati.
Ne tratta Vittorio Perona, consulente associato ALFA SCF
I VANTAGGI DEL PAC
La tecnica di investimento con Piano di Accumulo presenta diversi vantaggi: innanzitutto una mediazione dei prezzi medi di carico degli strumenti finanziari in cui si sta investendo (il prezzo medio di carico è la media ponderata dei prezzi pagati per l’acquisto di uno strumento finanziario in istanti diversi). Ciò implica una riduzione della volatilità cui l’investimento è soggetto.
Inoltre, risulta una strategia per entrare sul mercato dei capitali alquanto “democratica”: l’accessibilità è alla portata di qualsiasi tipo di investitore, a prescindere dall’entità del capitale di partenza, essendo una metodologia di ingresso sul mercato che prevede versamenti rateali; in questo senso il PAC è particolarmente utilizzato dagli investitori in ambito di pianificazione quando è possibile accedere a strumenti collettivi del risparmio (fondi comuni di investimento, OICR, ETF, fondi pensione) che permettono una buona diversificazione anche con importi limitati.
Infine, il PAC risponde in modo efficace al popolare quesito in ambito finanziario sull’individuazione del momento più “giusto” per l’ingresso sui mercati finanziari, il cosiddetto “market timing”, suddividendo l’ingresso in un ampio arco temporale a intervalli tendenzialmente predeterminati e non discrezionali.
I PRINCIPI PRATICI PER UN BUON PAC
Quali sono i principi da seguire per impostare correttamente un piano di accumulo?
- Definire l’orizzonte temporale prima di cominciare l’investimento: questo è fondamentale per determinare l’asset allocation del piano nei vari momenti. Infatti, mano a mano che ci si avvicina alla scadenza del piano, potrebbe essere opportuno sostituire gli strumenti più volatili con soluzioni più conservative.
- Utilizzare strumenti a basso costo: come documentano le statistiche di performance dei prodotti a gestione attiva nel lungo periodo, è inutile accanirsi ad accumulare somme su fondi comuni di investimento che, nel lungo periodo, sottoperformano il mercato; inoltre, si corre il rischio che lo strumento su cui si inizia ad accumulare possa essere chiuso oppure fuso con altri strumenti di simile tipologia. È fondamentale replicare l’andamento di mercati, ricercando il beta piuttosto che l’alfa.
- Selezionare strumenti ad accumulazione: questa accortezza è di vitale importanza per sfruttare al massimo l’effetto dell’interesse composto, il motore dei rendimenti che verranno conseguiti a fine piano.
- Evitare di assumere rischi specifici: nella scelta degli strumenti di investimento sui quali effettuare un PAC, meglio mirare alla maggiore diversificazione possibile ad ogni livello: settoriale, valutario, geografico.
- Impostare la frequenza di acquisto degli strumenti: è importante ottenere un giusto trade-off tra frequenza e impatto commissionale. Una soglia che potrebbe aiutare a scegliere la periodicità giusta potrebbe essere impostare la rata in modo che l’impatto commissionale non superi lo 0,2% della transazione.
- Prediligere strumenti che utilizzano una replica fisica dell’indice: in questo modo gli strumenti finanziari in cui si investe vengono detenuti fisicamente e si è meno esposti a rischio di controparte (presente nella replica swap). Prediligere strumenti molto liquidi (AUM) e scambiati sulle principali borse valori (volumi di negoziazione in borsa adeguati).
- Non accumulare su strumenti coperti dal rischio cambio (EUR – hedged): nel lungo periodo il mercato delle valute tende all’equilibrio; inoltre, se si è effettuata una buona diversificazione valutaria, le oscillazioni degli strumenti investiti nelle diverse valute si compensano a vicenda.
DIFFERENZE TRA PAC E PIC
Il PAC si contrappone alla strategia di investimento PIC: piano di investimento del capitale, ovvero, avendo a disposizione un capitale iniziale, investire l’intera somma in un unico momento. Questa seconda tipologia di investimento necessita di un capitale iniziale e presenta una maggiore volatilità rispetto al PAC.
Quale adottare?
La scelta del PAC risulta obbligata per tutti coloro che non hanno un capitale iniziale dal quale partire per investire, ma necessita di costruirlo nel tempo. Inoltre il PAC permette un maggior controllo dell’emotività causata dall’andamento dei mercati e di ottenere rendimenti positivi in diverse condizioni di mercato:
In un mercato rialzista, come ci si poteva aspettare, il PAC e il PIC restituiscono rendimenti postivi all’investitore.
Proviamo ad analizzare cosa potrebbe succedere in una condizione laterale dei mercati.
In questo caso specifico, il PIC sovra-performa leggermente il PAC poiché la mediazione dei prezzi di carico svantaggia la strategia a rate. Effettuando una generalizzazione, in condizioni di lateralità, il PAC risulterà più vantaggioso rispetto al PIC se le fluttuazioni mediamente risulteranno sotto il prezzo medio del periodo analizzato; viceversa, il PIC sarà più vantaggioso quando i prezzi medi di carico saranno superiori al prezzo medio.
Semplificando ancora di più, il PAC risulta più vantaggioso quando il prezzo dello strumento acquistato nel periodo assume la forma di una valle “∪”, al contrario il PIC performa quando il grafico assomiglia a una collina “∩”.
CONSIDERAZIONI FINALI SUL PAC
Il PAC è un piano di investimento che si sviluppa in un determinato orizzonte temporale e dev’essere effettuato su mercati e asset class che tendono ad apprezzarsi nel tempo; comunque in caso di ribassi dei mercati dopo la decisione di investimento, il PAC può offrire dei rendimenti positivi su periodi anche più brevi rispetto al PIC.
Il PAC risulta essere una forma di investimento “democratica” e, con una corretta pianificazione temporale ed una composizione adeguata, può portare al raggiungimento di concreti obiettivi finanziari.
Nel lungo periodo, assumendo una crescita del mercato azionario globale, il PIC sovra-performa il PAC (come abbiamo visto nell’esempio di mercato rialzista): storicamente, l’assunzione di crescita dei mercati azionari si è sempre verificata. Ma sarà ancora così? In ogni caso è fondamentale assumere un’ottica di lungo periodo per strategie di investimenti di questo tipo, soprattutto nel contesto odierno, caratterizzato da un’elevata volatilità.
Immagine di copertina di Rodion Kutsaiev CC0 da Pexels
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