- 22 Dicembre 2020
- Posted by: Ida Pagnottella
- Categoria: Articoli e Interviste
Segnaliamo l’articolo scritto da Ida Pagnotella, pubblicato dalla Fondazione David Hume (LEGGI QUI L’ARTICOLO COMPLETO), che tratta di approccio agli investimenti, in uno scenario di inflazione nuovo rispetto agli ultimi 40 anni. Sarà un ritorno agli anni ’70 o ci troveremo in territori (finanziari) inesplorati?
Ecco alcuni estratti:
[…] Molti vorrebbero rendimenti “certi” e senza sorprese, e così, si sono abituati a vivere l’investimento obbligazionario come un investimento con pochissimi rischi, però oggi questo non corrisponde più alla realtà.
All’inizio degli anni ’80, il tasso di inflazione toccò un picco massimo in tutto il mondo occidentale, superando il 15% in molti paesi. Per cercare di far scendere il tasso di inflazione, le banche centrali introdussero una politica monetaria stringente, facendo salire i tassi di interesse, e così l’inflazione iniziò il suo percorso di discesa.
[nel grafico] Si vede bene come i tassi di rendimento dei titoli di stato abbiano seguito nel tempo il tasso di inflazione. Negli anni ’80 non soltanto le obbligazioni rendevano molto più di oggi, in linea con un tasso di inflazione più elevato, ma le obbligazioni decennali avevano un rendimento reale positivo, cioè ben superiore rispetto al tasso di inflazione. Negli ultimi 15 anni, invece, i rendimenti reali, cioè i rendimenti al netto dell’inflazione, si sono ridotti notevolmente.
Molti risparmiatori quindi scelgono di tenere i soldi sul conto corrente e di non investire, questo per paura di restare scottati, oppure perché investire sembra diventato veramente troppo complicato. Tenere i soldi sul conto va bene fino a quando continuiamo ad avere un tasso di inflazione vicino allo zero: in una situazione di inflazione crescente, situazione che potrebbe arrivare nei prossimi anni, è la scelta peggiore.
I successivi paragrafi dell’articolo:
- La ricerca di certezze negli investimenti è la vera bolla
- La diversificazione vera e la diversificazione finta
- Il primo passo: suddividere il patrimonio per obiettivi
- Secondo passo: costruire una diversificazione utile
LEGGI QUI L’ARTICOLO COMPLETO con grafici e commenti – website Fondazione David Hume, a cura di Ida Pagnottella.
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