- 11 Marzo 2012
- Posted by: ALFA SCF
- Categoria: Articolo Nascosto
Articolo a cura di Sara Cinerario
In Italia si parla poco di pianificazione finanziaria. Spesso si pensa che questa attività si applichi solo all’interno di aziende e non all’ambito familiare. Talvolta per pigrizia, o per poca consapevolezza, non si pianificano in famiglia le risorse finanziarie. Ma andiamo passo passo e cerchiamo di capire di cosa si tratta.
Un documento del gruppo di lavoro NAFOP (associazione di categoria dei pianificatori finanziari indipendenti) definisce la pianificazione finanziaria come un percorso continuativo di analisi centrato sulla realtà reddituale e patrimoniale della persona/famiglia e destinata a rispondere alle sue esigenze e bisogni e ai loro mutamenti nel tempo.
La pianificazione finanziaria si rivolge all’individuo e ai sogni e ai bisogni che l’individuo vuole realizzare e soddisfare tramite guadagni e risparmi. Il pianificatore finanziario assiste il cliente nella comprensione e definizione di obiettivi di vita collegati ad esigenze di natura finanziaria e lo aiuta a raggiungerli monitorando successivamente la situazione. Questo approccio è nato e ha avuto forte impulso negli Stati Uniti dove un’efficace pianificazione finanziaria è necessaria per poter permettersi mandare i figli all’università o avere una copertura sanitaria. In Italia fino a poco tempo fa il problema non si avvertiva.
Oggi, in tempi di crisi, si inizia a pensare alla pensione futura che sarà necessario integrare, alle risorse necessarie per inserire i figli a scuola a tempo pieno, ai mesi di attesa per un ricovero in ospedale. Insomma in Italia oggi cominciamo a preoccuparci di problemi di cui fino a poco tempo fa si occupava lo Stato. Il risparmio in passato era quindi un surplus da investire in titoli di stato, fondi, azioni senza pensare alle reali necessità di vita. Oggi i risparmi sono indispensabili per mantenere lo stato di benessere a cui siamo stati abituati in passato. E’ necessario integrare le risorse finanziarie agli obiettivi di vita.
E’ necessario creare un bilancio familiare basato sul patrimonio, reddito e spese. Questo fa sì che l’individuo abbia la necessità di porsi delle domande sui propri bisogni finanziari. Le domande non hanno nulla a che fare con perfomance, strumenti, trading, intermediari. Qual è il reddito annuo della mia famiglia? Qual è la capacità di risparmio? Per che cosa devo investire? Quali obiettivi ho nei prossimi anni? Acquistare un auto? una casa? I miei figli andranno all’Università o faranno un master? Quando andrò in pensione avrò bisogno di integrare il mio tenore di vita? Bisogna capire come ci relazioniamo ai nostri guadagni e avere la consapevolezza dei propri bisogni. Ben venga se questi bisogni hanno diverse scadenze temporali e non una sola. E’ importante accoglierli, interiorizzarli e convertirli in obiettivi finanziari.
Inoltre a questo punto è necessario delineare il profilo di rischio. Ci si può chiedere: ma quanto sarei disposto a mettere a rischio di questa porzione di patrimonio? Voglio diversificare il patrimonio in base al rischio? Che percezione ho del rischio? Che tolleranza ho alle fluttuazioni dei prezzi di mercato? Quanto mi spaventa la volatilità del singolo strumento e del portafoglio? Rispondere a queste domande ci da la possibilità di creare una asset allocation ideale in grado di soddisfare i nostri bisogni.
Molti studi sono stati effettuati sull’asset allocation e i pareri sono concordi nel ritenere che oltre il 75% del rendimento del portafoglio dipende da come si sono allocate le risorse, quindi come è stato ripartito l’investimento nelle varie asset class e non dai singoli strumenti inseriti in portafoglio, dall’andamento del mercato o dal momento in cui si è entrati sul mercato. Risulta quindi più importante decidere in che percentuale inserire immobili, obbligazioni, azioni, commodities, che scegliere quali obbligazioni o azioni inserire in portafoglio
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