Canada tra barili e cannabis

Il nuovo articolo a cura di Davide Dalmasso approfondisce trend e modalità di investimento nel mercato azionario canadese.

Articolo pubblicato su ITForum News (vai al sito)

 

CANADA TRA BARILI E CANNABIS
La guerra commerciale con gli Stati Uniti è appena iniziata ma le risorse energetiche del paese gli permettono di dormire sonni tranquilli… per il momento.

Un tempo non lontano, i meeting internazionali tra le grandi potenze erano un’occasione per stringere accordi e giungere a compromessi mentre oggi sembrano diventati una vetrina dove mostrare i muscoli e alzare i toni degli scontri. È ciò che è accaduto a Charlevoix in Canada, in occasione del G7 tenutosi ad inizio giugno che ha visto un inasprimento delle tensioni commerciali tra i paesi nordamericani. In conferenza stampa il premier canadese ha criticato i dazi statunitensi su acciaio e alluminio ritenendo offensivi i motivi di sicurezza con cui la Casa Bianca ha giustificato la decisione. Queste affermazioni hanno scatenato l’ira di Trump che oltre a non firmare il comunicato finale del summit è sempre più deciso a rinegoziare l’accordo di libero scambio Nafta (che vede coinvolti USA, Canada e Messico).

Per il Canada non si tratta di un litigio di poco conto dal momento che il 74% delle sue esportazioni hanno come destinazione il vicino di casa statunitense. Il paese continua a crescere ma a ritmo meno sostenuto rispetto allo scorso anno e la ripresa dei consumi interni potrebbe non essere sufficiente ad invertire il trend. Contrariamente alle attese degli analisti la banca centrale canadese ha deciso di non ritoccare i tassi d’interesse seguendo una linea più dovish rispetto alla Fed, in modo da non gravare sul percorso di normalizzazione del mercato immobiliare e per non mettere in difficoltà il settore finanziario che deve fare i conti con un mostruoso livello di indebitamento privato (267% del Pil a fine 2017).

Ma il mercato azionario canadese sembra infischiarsene di tutte queste considerazioni. La variabile che continua a influenzare maggiormente le fluttuazioni dell’MSCI Canada è il prezzo del petrolio. Nonostante l’OPEC abbia deciso, insieme al suo alleato russo, di aumentare la produzione di circa 1 milione di barili al giorno, l’imprevista interruzione di un importante impianto canadese potrebbe diminuire l’efficacia dell’accordo e mantenere alti i prezzi del greggio. Il peso dell’industria energetica all’interno dell’indice è pari al 21%, ma la sua influenza sull’intera economia nazionale è decisamente più significativa. Per questo motivo le quotazioni si sono riportate sui massimi di inizio anno e si avviano a infrangere la barriera dei 2100 punti. Se dovessimo basarci su una valutazione esclusivamente tecnica, questo movimento rappresenta un’indicazione estremamente positiva per il futuro.

Immagine: MSCI Canada (fonte Bloomberg)

Un elemento che potrebbe aiutare il mercato azionario a mantenere un mood costruttivo, non perché altera le capacità degli investitori ma perché potrebbe attrarre capitali esteri, è la cannabis. Il parlamento canadese è stato infatti il primo del G7 e il secondo a livello mondiale (dopo l’Uruguay) ad approvare una legge per legalizzare la commercializzazione e il consumo della marijuana per uso ricreativo.

Si tratta però di un aiuto modesto che non deve far distogliere l’attenzione dalle criticità latenti e soprattutto dalla variabile più significativa: il prezzo dell’oro nero.

La strada più efficace ed efficiente per inserire all’interno del proprio portafoglio un’esposizione al mercato azionario canadese è rappresentata dall’acquisto di un ETF quotato su Borsa Italiana. Le case che propongono soluzioni passive che replicano l’indice MSCI Canada sono iShares, Lyxor, Deutsche Asset Management (Xtrackers) e UBS (che prevede la possibilità anche di coprirsi dal rischio di cambio).

È sempre necessario verificare l’adeguatezza di uno strumento rispetto al profilo di rischio e agli obiettivi dell’investitore, prima di procedere con l’acquisto. La volatilità del mercato sottostante rende queste soluzioni inadatte ad alcuni investitori. Il timing d’ingresso inoltre è di fondamentale importanza così come la ponderazione del peso all’interno del portafoglio.

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