- 8 Aprile 2023
- Posted by: ALFA SCF
- Categoria: In Evidenza, Rassegna Stampa
PLUS24 – USCITA DEL 8 APRILE
Si torna a parlare di BTP Italia e inflazione sull’inserto del sabato del noto quotidiano Il Sole 24 Ore.
Riportiamo le parole di Mario Allegra, Responsabile Investimenti ALFA, interpellato dalla giornalista Marzia Redaelli nell’articolo intitolato: Il Btp Italia paga l’incremento dei prezzi anche se il tasso inizia a decelerare
La domanda che attanaglia i sottoscrittori dei BTp Italia, soprattutto coloro che li hanno appena comprati, è se il calo dell’inflazione possa azzerare le cedole, perché il tasso di aumento dei prezzi sta scendendo.
«Non è così, come ci spiega Mario Allegra, responsabile investimenti di Alfa Scf, perché l’aumento dei prezzi è positivo, anche se decelera il ritmo della crescita, cioè se il tasso di inflazione scende (ma non è negativo). La cedola del BTp Italia, infatti, è calcolata con un meccanismo abbastanza complesso sulla variazione semestrale del valore assoluto dell’indice dell’inflazione, non importa se la sua variazione percentuale è più alta o più bassa di quella registrata in precedenza. L’indice utilizzato per il calcolo delle cedole del BTp, tra l’altro, non è il Cpi (index consumer price) o quello armonizzato tra i Paesi dell’Unione europea Hicp (Harmonized index of consumer prices), ma il Foi ex tabacco (il paniere con i beni per le famiglie di operai e impiegati).
Inoltre, mentre quando si parla di inflazione lo si fa con riferimento al cambiamento su base annua, per il calcolo della cedola del BTp Italia la variazione dell’indice Foi è su base semestrale. Il Foi sale da moltissimi anni, ma ci possono essere alcuni semestri in cui staziona su valori simili e allora potrebbe determinare un adeguamento minimo all’inflazione, che però per quel livello è già stata compensata con le cedole precedenti.»
«Ci sono alcuni casi – precisa Allegra – nei quali il BTp Italia non si rivaluta. Accade quando l’indice Foi su base semestrale rimane costante o scende di valore. Facendo la variazione percentuale dell’indice ogni mese rispetto ai sei mesi precedenti (rolling) dal gennaio 2016, solo 18 variazioni su 81 sono negative (la minore a -0,68% nel gennaio 2019 e la maggiore del +5,97% nell’ottobre 2022). Per il futuro, possiamo dire che il BTp Italia continuerà a sovraperformare un BTp classico se la crescita media dell’inflazione sarà superiore all’inflazione implicita (cioè la differenza di rendimento) che attualmente è pari all’1,8% a cinque anni.
Al momento, è facile ipotizzare un’inflazione media annua superiore al 1,8% nel medio periodo. Vista, però, la velocità alla quale l’indice è cresciuto negli ultimi mesi, è ipotizzabile pensare che possa rallentare la sua salita, o addirittura lateralizzare per un po’ nel breve periodo. Il che significherebbe una minore indicizzazione su base semestrale a fronte di un’inflazione annuale ancora molto positiva».
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