- 5 Novembre 2021
- Posted by: Sara Cinerario
- Categoria: Articoli e Interviste
Jair Bolsonaro, presidente del quinto paese più esteso del mondo, è molto controverso sia in patria che all’estero. A tre anni dalla sua elezione e a pochi mesi dalle elezioni presidenziali del 2022 la ripresa economica che ci si aspettava non è avvenuta.
Approfondisce la situazione attuale Sara Cinerario, consulente ALFA SCF.
Il Brasile ha già vissuto due recessioni negli ultimi dieci anni (2015-16 e 2020).
Secondo un sondaggio dell’Istituto Datafolha, le prossime elezioni presidenziali saranno dominate dallo scontro tra Lula e Bolsonaro. Dopo la sua scarcerazione, l’ex presidente è infatti tornato ad essere il favorito della prossima contesa elettorale.
In questi anni di mandato, Bolsonaro ha portato il paese in una situazione di incertezza politica mettendo a rischio la tenuta delle istituzioni democratiche. Anche i mercati finanziari si aspettavano riforme liberali ma si sono trovati a dover fare i conti con il militarismo, la repressione, il razzismo e l’omofobia (solo per citarne alcune).
Il Brasile si trova di fronte ad una sfida economica e sociale di enormi dimensioni.
L’epidemia di Covid ha portato alla chiusura del turismo in Brasile con migliaia di posti di lavoro persi nell’indotto. La gestione del presidente Bolsonaro della crisi sanitaria ha contribuito a una nuova crescita della povertà in Brasile.
L’economia brasiliana si basa principalmente sull’esportazione di materie prime (arance, legname, caffè, carne, soia). I prezzi delle materie prime sono andati fortemente al ribasso durante il 2020. L’emergenza sanitaria e il rallentamento di alcune economie (ad esempio la Cina) equivalgono ad un rallentamento dell’economia brasiliana.
Un’altra preoccupazione è l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo che in Brasile è salito del 10% su base annua, rispetto al target di inflazione del 3,75%.
La Banca Centrale del Brasile (BCB) ha aumentato il tasso ufficiale (Selic) dell’1%, portandolo al 6,25%. Secondo l’autorità monetaria, questa manovra dovrebbe essere sufficiente per riportare l’inflazione vicino all’obiettivo già nel 2022. La conseguenza di questa misura antinflazionistica sarà un aumento del tasso d’interesse reale, che indebolirà la domanda d’investimenti delle imprese in Brasile. Questo fattore si aggiunge al disincentivo che viene dall’instabilità politica.
I mercati finanziari hanno penalizzato il Brasile rispetto ai mercati emergenti. Dal grafico Bloomberg si nota come negli ultimi due anni il mercato brasiliano abbia avuto una performance negativa a doppia cifra a differenza dei mercati emergenti o dell’indice MSCI World e MSCI China.
Anche il real brasiliano perde valore sia contro l’euro che contro il dollaro americano. La moneta brasiliana è stata una delle peggiori delle valute emergenti nelle ultime sedute.
Il Brasile si trova quindi ad affrontare una sfida epocale. È indispensabile mantenere la stabilità politica ed economica del paese. Il rischio è allontanare gli investimenti esteri che hanno già avuto una flessione importante nel 2020. Il futuro di questo fragile paese si dimostra così incerto.
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