Sui bond l’effetto valuta impatta soprattutto su orizzonti di breve

PLUS24 – USCITA DEL 22 GIUGNO

La redazione di Plus24, inserto del sabato del noto quotidiano Il Sole 24 Ore, ha analizzato con il supporto di ALFA SCF gli scenari sugli investimenti in bond nell’articolo: “Sui bond l’effetto valuta impatta soprattutto su orizzonti di brevefirmato da Andrea Gennai.

L’autore spiega investire in bond USAche i bond in dollari Usa quotati sui circuiti italiani sono attrattivi anche sulle scadenze brevi con rendimenti che oscillano in media tra il 5 e il 7%. I tassi negli Usa restano elevati e l’ipotesi di un allentamento monetario rapido da parte della Fed si è allontanato.

Molto nei prossimi mesi dipenderà dall’evoluzione dei dati macro a partire dall’inflazione senza dimenticare poi che a novembre sono in programma le elezioni presidenziali, una variabile sensibile per le mosse della banca centrale Usa. Le prospettive per le obbligazioni legate al biglietto verde appaiono comunque interessanti. […]

Ma come si devono muovere gli investitori?

Mario Allegra, responsabile degli investimenti di Alfa Scf, spiega che gli investimenti in dollari sono molto attraenti se confrontati con quelli in euro, grazie a una politica monetaria americana più stringente di quella europea: «Investire in dollari però, oltre a far guadagnare potenzialmente di più, espone l’investimento al rischio cambio, che può influire negativamente sul rendimento complessivo dell’obbligazione e sul suo contributo nel portafoglio. Bisogna quindi tenere in considerazione questo aspetto e prima di fare valutazioni sull’emittente, è meglio farle sul dollaro».

La variabile valutaria è determinante soprattutto per gli investimenti in bond, la cui volatilità è nettamente inferiore all’azionario, ma tutto dipende dall’orizzonte temporale dell’investimento. «Per chi avesse comprato obbligazioni in dollari durante il periodo di sua maggiore debolezza, – continua Allegra – oggi avrebbe realizzato un bel guadagno. Per chi avesse comprato bond a metà degli anni 2000, con il dollaro fortissimo, e avesse tenuto la posizione, oggi sarebbe comunque in guadagno (circa 2,6% annualizzato in euro) perché la perdita sul cambio si sarebbe fortemente ridotta, o addirittura quasi del tutto annullata alla fine del 2022.

Questa simulazione ci fa fare delle conclusioni importanti. Il cambio euro dollaro ha avuto una ciclicità definita in questi 25 anni circa dall’introduzione dell’euro, che può tornare utile per l’investitore paziente e di lungo periodo. Con queste premesse, investire oggi a lungo termine in dollari ai tassi attuali porterà statisticamente ad un risultato positivo.

I rendimenti a breve scadenza sono molto allettanti visto che i tassi Fed sono su livelli molto elevati ma muoversi su queste scadenze può essere pericoloso. La curva risk free dei rendimenti Usa  è inclinata negativamente e pertanto le brevi scadenze sono più attraenti delle lunghe, ma investire a 1-2 anni può portare a sorprese negative sul cambio. Non è da escludere che nella grande incertezza che stiamo vivendo oggi a livello politico e geopolitico, non possano esserci dei momenti di forte volatilità sui cambi che possano erodere del tutto il guadagno potenziale a breve termine. Non dimentichiamo che siamo in un anno elettorale e che le sorprese possono ancora essere tante».

«Per sterilizzare il più possibile l’effetto cambio – conclude Allegra – bisogna quindi guardare nel lungo periodo, perché prevedere l’andamento del cambio è impossibile. Rimane l’interrogativo dove investire. Sicuramente nel lungo periodo sarebbe meglio selezionare un bond governativo piuttosto che societario e per un risparmiatore italiano c’è anche un vantaggio fiscale».