Australia, non solo miniere

Pubblicato su ITForum News l’articolo a cura di Davide Dalmasso, che approfondisce trend e modalità di investimento nel mercato azionario australiano.

Ecco alcuni estratti:

“[…] in questi casi si va alla ricerca di qualcosa di esotico che per via della sua distanza geografica sembra immune dai fattori di criticità che colpiscono le altre aree. In questo contesto, il mercato azionario australiano sta suscitando molto interesse da parte degli osservatori. La sua economia è solida dal momento che l’ultima recessione risale al 1991 ed è prevista in crescita del 2,5% quest’anno contro una media dei paesi sviluppati dell’1,9%. Tuttavia, nessuna scelta di portafoglio è esente da rischi. Con l’obiettivo di supportare la transizione da un’economia prevalentemente estrattiva ad una basata su manifattura e servizi, le autorità del paese hanno sposato una politica monetaria accomodante che ha avuto come contropartita una bolla nel mercato immobiliare.”

“Dopo un rovinoso 2015 l’indice ha registrato una serie di massimi e minimi crescenti che l’hanno portato a ricucire il gap con i livelli su cui stazionava prima della discesa. Superarli non sarà un’impresa semplice considerando anche la valenza psicologica che i 6.000 punti rivestono. Se ciò dovesse avvenire per l’indice si aprirebbe la strada verso l’obiettivo più ambito: il massimo storico fatto registrare in area 6.850 punti.”

“Il rafforzamento della divisa australiana sull’euro sembra descrivere uno scenario con maggiori opportunità rispetto al Vecchio Continente. Da un punto di vista tecnico il cross ha rallentato la sua discesa in corrispondenza dei minimi fatti registrare nel 2015 incrementandone la loro valenza supportiva. Se l’euro/dollaro australiano dovesse spingersi al di sotto di quota 1.37 la forza della divisa australiana troverebbe una solida conferma generando benefici per gli investitori esteri.”

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