- 10 Marzo 2017
- Posted by: ALFA SCF
- Categoria: Approfondimenti, Strategie di Investimento
Oggi ci addentriamo ancora di più nelle dinamiche interne di ALFA SCF. Grazie a Alessandro Cirillo, responsabile reportistica di ALFA e analista di riferimento del “Portafoglio Comitato Investimenti”, comprenderemo come spunti e idee su strumenti e scenari finanziari possano tradursi in strategia di investimento.
Redazione: Buongiorno Alessandro, grazie per essere con noi. Abbiamo imparato nelle precedenti interviste con i professionisti del team ALFA come tutte le parole utilizzate nel nominare le vostre strategie di investimento abbiano rilevanza. Partiamo quindi dal comitato investimenti ALFA. Aiutaci a capire le sue caratteristiche.
Buongiorno a tutti i lettori. Circa due volte al mese, e più di frequente quando necessario, l’intero team ALFA si riunisce per analizzare l’andamento dei mercati e soffermarsi sui temi principali che ne determinano gli sviluppi. In preparazione dell’incontro, in una prima fase propedeutica alla discussione vera e propria, uno screening preliminare è volto a scandagliare le opportunità di breve termine più interessanti nell’intero spettro di asset class investibili, sebbene non venga esclusa a priori un’operatività anche in ottica di lungo periodo. La fase di confronto successiva è tesa a vagliare le proposte derivanti dallo screening iniziale e a discuterne le modalità d’implementazione nei portafogli dei clienti.
Redazione: In che modo si dispiega il processo di analisi preliminare?
I fattori che vengono presi in considerazione sono molteplici, coerentemente con le differenti classi di attivi oggetto d’indagine. Innanzitutto, si esaminano le variabili macroeconomiche più rilevanti per ciascuna area geografica, con particolare attenzione alle dinamiche inflazionistiche, all’andamento dell’occupazione e dei tassi d’interesse, solo per fare alcuni esempi di elementi che impattano sulle performance di azioni e, in misura maggiore, su quelle degli strumenti a reddito fisso. In secondo luogo, ci si focalizza su elementi riconducibili all’analisi di trend su un orizzonte temporale di breve-medio periodo, al fine di individuare il timing d’ingresso e di uscita più soddisfacente possibile in relazione all’opportunità individuata. A ciò si affianca lo studio della volatilità, non solo con l’obiettivo di massimizzare il risk-reward dell’investimento, ma anche allo scopo di sfruttare, nei momenti di forte stress dei listini azionari, strategie basate sulla vendita della stessa.
Redazione: Perchè è sorta la necessità di creare un portafoglio ad hoc?
L’idea di fondo era quella di organizzare un meccanismo efficiente di aggregazione dei singoli spunti che emergevano dal confronto tra i membri del team ALFA. Per tradurre ciò in termini pratici, nulla è sembrato più adeguato della costruzione di un portafoglio modello con dei tratti specifici ed un processo costante di monitoraggio e valutazione di cui la clientela potesse disporre. Ciò ha consentito, inoltre, di strutturare in modo più articolato la disamina di quelle opportunità tattiche, spesso trascurate, che sono in grado di fornire benefici di diversificazione e/o che mirano a produrre extra-rendimento rispetto alla porzione “core” dell’asset allocation.
Redazione: Quali sono, in sintesi, le peculiarità del “building block” in questione?
Stiamo parlando, in sostanza, di un portafoglio modello multi-asset discrezionale. La logica sottostante può essere definita, inoltre, non direzionale: l’approccio che contraddistingue le scelte d’investimento, infatti, ha l’obiettivo di trarre profitto anche da fasi di ribasso dei mercati, contribuendo alla mitigazione del rischio complessivo e, non di rado, alla copertura di posizioni esistenti. Il connotato principale risiede nella piena libertà d’azione: non vi è alcuna restrizione in termini di asset class né in termini di posizionamento. Non è escluso, inoltre, il ricorso a strumenti denominati in valute diverse dall’euro. La flessibilità è massima, ciò significa che il peso delle varie componenti (compresa la liquidità) all’interno del portafoglio si modifica in relazione allo specifico contesto di mercato. L’esposizione viene effettuata privilegiando strumenti a basso costo e facilmente accessibili come gli ETP, ma l’assenza di vincoli a tal riguardo può prevedere il ricorso all’investimento diretto in singoli titoli azionari od obbligazionari.
Redazione: Esistono categorie di clienti a cui tale portafoglio può adattarsi meglio rispetto ad altre?
Le caratteristiche appena descritte rendono il portafoglio comitato investimenti uno strumento adoperabile da clientela con differente grado di propensione al rischio. Il suo punto di forza, in tal senso, è individuabile nella capacità di svolgere egregiamente la funzione di complemento a strategie di più ampio respiro. La crescente domanda di rendimento da parte degli investitori, a fronte di uno scenario sempre più complesso e caratterizzato dalla difficoltà di reperire fonti di reddito attraverso approcci tradizionali, rappresenta, in definitiva, il presupposto ideale per orientarsi verso metodologie alternative alla generazione di performance.
Redazione: Davvero interessanti queste informazioni su come funziona un comitato investimenti e come se ne possono trarre spunti operativi. Grazie Alessandro, un saluto a te e ai lettori.
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