- 8 Settembre 2025
- Posted by: Mario Allegra
- Categoria: Articoli e Interviste, In Evidenza, Vivere di Rendita
Riprendiamo il tema trattato dai giornalisti de Il Sole 24 Ore insieme a Mario Allegra, responsabile investimenti ALFA SCF: tema di copertina dell’edizione di Plus24 di sabato 6 settembre. Qui un link all’articolo online.
Partiamo da questo, semplificando un poco la teoria finanziaria: al salire dei tassi i prezzi delle obbligazioni scendono, in misura proporzionale alla loro durata.
Con la fine della politica “tassi a zero” dal 2022, per contrastare un’inflazione in rapida crescita da doppio shock di domanda prima e di offerta poi a seguito della pandemia, i tassi lungo tutta la curva hanno iniziato a salire rapidamente.
Di conseguenza, i prezzi dei bond sono scesi, tanto di più quanto lontane sono le loro scadenze. In particolare le obbligazioni molto lunghe (oltre 40 anni – vedi tabella elaborata da Sole24Ore su dati ALFA SCF) hanno perso moltissimo valore in termini di prezzo, in media di oltre il -50%, una variazione negativa paragonabile a quella di un asset molto più rischioso.
Trattandosi di bond governativi ad alto rating queste perdite, per chi avesse comprato il bond in emissione, sono “non realizzate”, ovvero avendo il tempo e la non necessità del capitale si trasformeranno a scadenza in guadagni. Per un investitore invece rimasto fuori, vedere un bond ad alto rating che quota molto sotto la pari può essere molto attraente.
Prima di entrare bisogna considerare lo scenario peggiore (escluso il default), ovvero quello di comprare un bond da tenere fino alla scadenza. In questo caso rimanere incagliati per decenni in un investimento che ad oggi rende tra il 3,7% e il 4,5% lordo non è così attraente, considerando un’inflazione media di lungo periodo del 2% e la tassazione.
A questo scenario si può però aggiungere la possibilità che nei prossimi anni, ben prima della scadenza, ci sia una recessione che possa riportare i rendimenti verso lo zero grazie a stimoli monetari massicci, con conseguente risalita dei prezzi dei bond. In questo caso, data la elevata convessità di questi bond, il prezzo salirebbe rapidamente a variazioni negative anche contenute dei tassi. I guadagni in conto capitale potrebbero essere a doppia cifra. Basta solo vedere ad esempio quanto ha perso il bond austriaco 2120 (centennale), quello a maggiore convessità per intenderci: nella seconda metà del 2024 quotava sopra 45, e ha toccato 50 più volte mentre oggi è sotto 30. Un ritorno a quei livelli tecnicamente potrebbe essere rapido in caso di discesa dei tassi a lunghissima scadenza.

Attenzione che i tassi della parte molto lunga della curva non sono correlati necessariamente a quelli a breve, ovvero quelli definiti dalle banche centrali. Infatti negli ultimi 12 mesi mentre la BCE ha fatto 8 tagli dei tassi il rendimento del centennale austriaco è salito dal 2,2% al 3,2%. Un vantaggio di comprare oggi questi bond è di comprare a sconto e quindi ricevere una cedola proporzionalmente molto più alta di quella nominale. Provando a fare un esercizio di simulazione di come funziona la convessità, se tra 3 anni il tasso a 100 anni (approssimato) dovesse essere al 4% (ora al 3,2%) il bond quoterebbe 23 circa, che rispetto alla quotazione attuale vorrebbe dire un -24% sul prezzo ma con circa 6% di cedole incassate da aggiungere. Al contrario se tra 3 anni i tassi lunghissimi fossero al 2,5% il prezzo sarebbe a 41 circa, con un guadagno del +36% in conto capitale oltre al solito +6% del flusso cedolare. La non linearità delle due performance al salire o a scendere del tasso è appunto la convessità del bond.
Il tema fiscale ha un impatto solo se si considera la componente speculativa, ovvero se si dovessero realizzare buoni guadagni in qualche anno; ricordo che il guadagno in conto capitale (salita del prezzo) è un reddito diverso e quindi compensabile con minus pregresse. Nello scenario peggiore, ovvero di portare il bond a scadenza, l’impatto fiscale è incerto perché nei prossimi decenni l’aliquota e la normativa sulle compensazioni possono cambiare significativamente.
In sintesi questi bond hanno caratteristiche interessanti, ma non si può generalizzare perché gli investimenti devono essere sempre coerenti con i propri obiettivi finanziari e obiettivi così lunghi sono piuttosto difficili da pianificare.
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